Jeffrey Moore affronta i temi del bracconaggio e della conservazione della fauna, in particolare di quella a rischio di estinzione, e quindi più pregiata per i bracconieri, con un romanzo duro, dal ritmo di un hard boiled, ma anche ricco di momenti di riflessione. Per lo più raccontato in prima persona, il romanzo si concentra sulla presa di coscienza del problema da parte di Neil, che si ritroverà coinvolto in una vicenda intricata con il solo supporto della piccola Céleste in un ambiente ostile come quello del grande nord. Il finale, per certi versi catartico, è anche velato da una certa malinconia, quasi un pessimismo di fondo nonostante la forza caratteriale dei due protagonisti.
Molte sono le specie che vengono citate nel romanzo tra quelle estinte o a rischio di estinzione, e di cui al massimo si posseggono delle immagini, come la vacca di mare, l'alca impenne, il chiurlo boreale, il coguaro orientale: un elenco che costituisce La società degli animali estinti, la cui vendetta potrebbe ricadere violenta contro l'incuria del genere umano. In questo senso, rispetto a L'ultima occasione di Douglas Adams, l'assenza di ironia e di un certo velato ottimismo (nel caso di Adams giustificato dall'aver conosciuto alcune delle persone che si occupavano degli animali a rischio) è palpabile e la sensazione è che nemmeno l'impegno di persone come Céleste riuscirà a invertire tale inevitabile destino. In fondo:
Aspettiamo ciondolando in giro e poi moriamo. E' solo questo, la Terra, in fondo: una grande sala d'attesa dell'estinzione, una società degli animali estinti, con conferimento postumo della tessera associativa...
(traduzione di Dafne Calgaro
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