È con questo romanzo che la Adelphi ha iniziato a pubblicare i romanzi di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, i due maestri del noir francese. Come già ne La donna che visse due volte, in questo I diabolici (titolo originale Celle qui n'était plus, Quello che non era) i due autori si concentrano sulla psicologia del protagonista, ma laddove egli era uno spettatore impotente e una pedina inconsapevole, in questo Fernand Ravinel, commesso viaggiatore, è, o prova a essere, parte attiva nell'omicidio della moglie, orchestrato peraltro dalla sua amante.
Ravinel, in fondo, è succube per certi versi di entrambe le donne, come si scopre leggendo il romanzo, ma soprattutto cade in una spirale di follia che lo porta sempre più in basso, prima preda dei dubbi per quel che si appresta a compiere con Luciene, l'amante, poi convinto che Mirielle, la moglie assassinata, sia tornata dalla tomba per portarlo via con sé.
Dal punto di vista giallistico è dunque una storia abbastanza banale, ma sta proprio in questa banalità la possibilità degli autori di approfondire la psicologia di un uomo tutto sommato onesto che all'improvviso diventa un assassino.
Il finale, e per certi versi anche l'epilogo, sono sicuramente scontati, ma non perdono la loro efficacia soprattutto per il modo con cui Boileau e Narcejac ci hanno portato esattamente a quel punto.
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