Stomachion

martedì 21 settembre 2021

Un viaggio su Dune

20210921-dune-villeneuve-poster
Avendo affrontato la recensione dei sei libri di Dune, non ha molto senso scendere nel dettaglio della trama del primo film di Denis Villeneuve, sceneggiato da Jon Spaihts, Eric Roth e dallo stesso Villeneuve.
La storia narra le vicende della famiglia Atreides, in particolare del giovane Paul e della madre Jessica, sulle sabbiose dune del pianeta Arrakis. In particolare il primo film di Villeneuve si ferma poco prima dell'unione ufficiale di Paul e Jessica con i fremen, l'orgoglioso popolo che abita su Dune, nome non ufficiale di Arrakis.
La storia dei tentativi precedenti di portare su schermo la saga che, a detta dello stesso George Lucas, ha ispirato Star Wars, sono iniziati nei primi anni settanta, quando Alejandro Jodorowsky provò a portare a termine un progetto lungo 14 ore! I tempi non erano ancora maturi né per serie televisive né per serie cinematografiche di ampio respiro, per cui non se ne fece nulla (per fortuna) e la palla passò a David Lynch. Il suo Dune, prodotto da Raffaella De Laurentiis, venne rilasciato nelle sale nel 1984 e sebbene non ottenne nell'immediato riscontri positivi, è diventato con il tempo un film culto, rivalutato nel corso degli anni (insieme con la stessa visionarietà di Lynch, mi viene da aggiungere).
Dopo il film del 1984 ci furono due serie televisive, una nel 2000, Dune, e l'altra nel 2003, I figli di Dune, e poi solo voci e tentativi da parte della Paramount. Alla fine, nel 2016, la casa di produzione (all'incirca) indipendente Legendary annunciò l'acquisizione dei diritti cinematografici della saga, ed è proprio quel progetto lì, portato sul grande schermo in co-produzione con la Warner Bros., ad aver esordito in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane: l'attesa è, dunque, finita!
20210921-dune-villeneuve-worm
Il punto non è che il Dune di Lynch non fosse un bel film. Il regista statunitense era riuscito a condensare in due ore e un quarto circa un libro particolarmente corposo, riuscendo a mescolare una narrazione lineare con le sue tipiche scene psichedeliche. Le visioni di Paul, in effetti, risultavano abbastanza ermetiche, tipicamente lynchiane, e per certi versi anche perfette. Forse ciò in cui il suo film difettava era nella rappresentazione degli intrighi politici dietro la storia, cosa che invece viene raccontata in maniera assolutamente fedele da Villeneuve.
Il team del regista canadese, peraltro, sapendo perfettamente di doversi confrontare con un cult del cinema fantascientifico, aveva rilasciato un trailer in cui sembrava a molti che la sua opera fosse più un remake del film di Lynch che non quanto annunciato: una nuova trasposizione cinematografica. E alla fine ciò che è arrivato sugli schermi è proprio quest'ultima.
Ovviamente ci sono state alcune variazioni nella trama (e altre nei personaggi), nel complesso veniali, ma l'aspetto che forse colpisce di più è la fedeltà di Villeneuve all'ispirazione islamica del romanzo di Frank Herbert. Non solo i personaggi sono dell'etnia che ci si attenderebbe per un pianeta desertico, ma anche l'estetica e l'accompagnamento musicale richiamano la cultura islamica. Inoltre Villeneuve non dimentica di rappresentare tutti quegli elementi caratteristici di una cultura basata sulla scarsità dell'acqua e che invece si erano persi nel film di Lynch. Inoltre lo stesso Paul Atreides di Villeneuve, interpretato da un ottimo Timothée Chalamet, risulta un personaggio molto più tormentato, proprio come il Paul dei primi tre romanzi, a differenza di quello lynchiano molto più pronto ad accogliere la jihad dei fremen. Pure il rapporto con Chani, interpretata da una Zendaya Maree Stoermer Coleman per il momento ancora poco impegnata, per ora sembra svilupparsi con tempi meno serrati rispetto alla pellicola del 1984.
Insomma: se non l'aveste capito, sono rimasto particolarmente soddisfatto non solo della resa estetica, ma anche della capacità di Villeneuve e del suo team di restare fedeli alla fonte originaria. C'è da attendersi, per ora, la chiusura della trama del primo libro con il film successivo e magari un terzo film incentrato su Messia di Dune. Certo per valutare in maniera un po' più completa il lavoro di Villeneuve bisognerà attendere quantomeno il prossimo film, ma fin qui non si può far altro che essere soddisfatti.

Nessun commento:

Posta un commento