Il romanzo è, in effetti, una serie di racconti, o per meglio dire di visioni, apparentemente slegate una all'altra a parte alcuni piccoli particolari comuni tra una vicenda e quella successiva. Ende costruisce un mondo surreale e di sogno, e chiude perfettamente la vicenda collegando il primo all'ultimo frammento. L'edizione tascabile della TEA perde, purtroppo per la sua definizione di tascabile, le illustrazioni del padre Edgar, cui è dedicata l'opera, ma d'altra parte questa mancanza ne è anche un pregio, perché spinge di volta in volta il lettore a immaginare tutti quei piccoli pezzi di mondo attraverso i quali Michael ci accompagna.
In un certo senso l'opera di Ende è molto simile al Garage ermetico di Moebius, una delle opere a fumetti più innovative del XX secolo: anche in quest'ultimo caso, infatti, una serie di racconti apparentemente slegati tra loro, vengono alla fine a trovare una conclusione comune in un mondo che vive tra il sogno e la fantascienza. Tra l'altro le due opere sono da considerarsi contemporanee: mentre il Garage ermetico usciva su Métal hurlant tra il 1986 e il 1980, Lo specchio nello specchio esce nel 1984; considerando che la lavorazione del libro di Ende era complicata dalla realizzazione da parte del padre delle illustrazioni a corredo del romanzo, si può considerare la concezione delle due opere, realizzate in due nazioni differenti, pressoché contemporanea, oltre che l'inizio di un nuovo modo di intendere l'arte e la letteratura.
Una bella lettura per tutti coloro che ancora, nonostante le difficoltà della vita, hanno ancora voglia di sognare.
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