
E' la famosa rivista francese di fumetti,
Metal Hurlant, quella sulla quale lavorò ad un certo
Garage ermetico un certo
Moebius. E tradotto è anche il titolo di un romanzo,
Metallo urlante, della serie di
Eymerich, il personaggio storico reinventato in una sorta di universo distorto e terribile dallo scrittore italiano
Valerio Evangelisti. Questo romanzo, però, che ha visto l'esordio di
Pantera (il suo è in effetti l'episodio più efficace in tutto l'affresco), è in effetti il meno efficace di tutta la saga (almeno nella ristretta cerchia dei romanzi che ho letto fino ad ora): non solo l'indagine di Eymerich è decisamente insignificante per sviluppo, trama, approfondimenti (si svolge unicamente nei locali dell'inquisizione), ma mancano le fusioni in corso d'opera tra le varie epoche che hanno fatto della narrazione non-sequenziale di Evangelisti un punto di forza. In questo caso, però, forse anche a causa dei molti punti che l'autore voleva inserire nella
continuity del suo mondo, ad ognuna delle vicende viene dedicato una sorta di mini-romanzo all'interno del romanzo stesso, il tutto per ottenere un risultato alla fine meno efficace del solito. Certo l'episodio di Pantera e gli elementi di
continuity gettati qua e là salvano comunque un libro altrimenti non essenziale, ma che comunque mantiene la sua carica pessimistica verso il futuro catastrofico immaginato da Evangelisti. L'altro punto da salvare è la solita costante dell'autore, il solito messaggio: tutte le guerre e le distruzioni e gli attriti sociali hanno le loro basi nelle azioni del passato, quindi solo guardando lucidamente e obiettivamente a esso si potrà trovare una soluzione, cosa che l'autore, però, non ritiene possibile...
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