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La spedizione, guidata da Robert Thorton, interpretato da Paperino nella storia, ebbe come esperto scientifico l'esploratore Robert Dudley, interpetrato da Pico nella storia. I due autori, supportati ai disegni da Nico Picone, danno alla spedizione l'obiettivo della ricerca del pernambuco, una pianta dal legno pregiato da cui si ricava un colorante rosso. Questa scelta, più che legittima, si porta dietro però una rappresentazione di Ferdinando I un po' troppo frivola, a mio giudizio, quasi superficiale. Anche la descrizione della spedizione si porta dietroun difetto analogo, visto che sembra più una scampagnata fuori porta che un'avventura verso un mondo inesplorato.
Molto più stimolante, invece, è il terzo episodio della seconda stagione di Siamo serie! di Sergio Badino e Silvia Ziche. Sempre ricco di citazioni, in questo caso molte sul genere noir/hard boiled, è forse l'eposiodio più divertente di questa stagione, e che prepara un finale decisamente scoppiettante.
Il numero, invece, si chiude con Il puzzle più difficile del mondo, divertente storia di Giorgio Fontana per i disegni di Lucio Leoni. La storia risulta dinamica e, come detto, divertente, ma anche matematicamente interessante, visto che vede Pippo e Topolino mettersi sulle tracce di un ppuzzle incoompleto ideato da Pippardo, prozio di Pippo. Ovviamente il buon Pippardo non smentisce la sua vena pippesca che si estrinseca, e la cosa era abbastanza ovvia, nel fatto che ciascuna scatola del suo puzzle manca di un pezzo sempre differente. Cosa che, come dice lo stesso Pippardo, lo rende non terminabile, che detta così ha decisamente un suono matematicamente interessante!
In realtà sarebbe più ovvio accostare l'idea a un algoritmo che presenta al suo interno un loop infinito, e quindi un processo che non piò essere terminato se non con un intervento esterno. L'assenza di un pezzo del puzzle, però, lo rende anche una specie di interessante analogia ai processi irreversibili. Il fatto che il pezzo mancante è sempre diverso da una scatola all'altra, infine, potrebbe suggerire una particolare modalità di gioco, in cui i risolutori condividono i pezzi mancanti uno con l'altro, trasformando un gioco solitario in uno partecipativo. Ecco, alla fine se devo trovare un difetto alla storia, è proprio quello che i due autori non sono riusciti a esplicitare questa interessante chiave di lettura del puzzle, che peraltro era in parte emersa nella parte di storia in cui è comparso Posidippo, che in una storia del genere ci fa decisamente una gran bella figura!
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