Mi sono reso conto di non aver mai pubblicato la recensione del primo volume di "Trese". Visto che ho in progetto quella del quinto volume, ho ripescato quelle note, rielabolandole per integrare anche i due volumi successivi.
L'arrivo della serie animata filippina Trese mi aveva a suo tempo incuriosito, scoprendo che era tratta dall'omonimo fumetto di Budjette Tan e Kajo Baldisimo. Il fumetto esordì in patria il 22 ottobre del 2005, ma solo successivamente è riuscito prima a ottenere un'edizione cartacea quindi a varcare i confini filippini grazie al crowdsourcing prima e alla Ablaze poi (è lo stesso editore che ha portato negli Stati Uniti Zerocalcare e Mirka Andolfo). Con quest'ultimo editore sono usciti sei volumi negli Stati Uniti. Ed è proprio questa edizione che Star Comics, a partire dal 2021, ha iniziato a portare in Italia.
Omicidio in Balete Drive pubblica le prime quattro storie della serie in parte modificate in occasione di questa edizione in volume e con la terza e la quarta storia ribaltate rispetto all'ordine d'uscita filippino.
La serie segue le vicende di Alexandra Trese, una detective del paranormale che si accompagna a due kambal, due esseri mistici di aspetto umano che fanno parte del folklore filippino, insieme con tutti gli altri esseri mistici con cui Alexandra ha a che fare nel corso delle sue indagini. La giovane viene coinvolta in questo genere di casi grazie al capitano Guerrero della polizia locale.
Ogni capitolo, oltre a raccontare l'indagine di Alexandra, viene concluso da alcune pagine dal diario del professor Alexander Trese, nonno di Alexandra, in cui vengono fornite alcune informazioni di approfondimento su una delle entità raccontate nella storia.
L'edizione italiana, poi, rispetto a quella statunitense, presenta alcune differenze. La prima, in negativo, è legata al formato, leggermente più piccolo rispetto all'edizione Ablaze, che ha come conseguenza un taglio di parte delle pagine. La cosa si nota in particolare in alcune vignette di inizio o di fine pagina indipendentemente dal confronto con l'edizione originale. In positivo, almeno relativamente al primo volume, c'è la colorazione delle prime pagine, curata da Chiara Di Francia.
Nel complesso l'idea dietro Trese è quella di ripresentare in una forma moderna e accattivante il folklore filippino, di fatto realizzando un'operazione che ha il gusto di un Watchmen mistico filippino. E la cosa viene ulteriormente enfatizzata dalla storia con cui si conclude questo primo volume, La nostra costellazione segreta, che reinterpreta in termini più realistici una delle supereroine più note del fumetto filippino, Darna, ideata nel 1950 da Mars Ravelo e Nestor Redondo.
A metà strada tra Wonder Woman e Capitan Marvel (quello originale della Fawcett), è l'erede di Varna, ideata sempre da Ravelo, ed ebbe un rapido successo tanto da diventare una vera e propria icona della cultura popolare. La versione presentata da Tan e Baldisimo è incredibilmente mooriana, destrutturando e ricostruendo il mito di Darna in 24 pagine e affrontando al contempo il tema delle violenze sulle donne.
Le storie progettate dai due autori sono essenzialmente autoconclusive ed esplorano molti aspetti del folklore filippino e, come detto, opportunamente aggiornati, come mostra il più che classico, ma non per questo meno divertente, assalto degli zombie a una prigione. Il tema della storia, però, è quello della giustizia mancata, che come abbiamo visto anche nel primo volume, è caro ai due autori.
L'ultimo racconto del secondo volume, però, ci prepara a un terzo volume, Omicidi di massa, caratterizzato da una piccola novità: Tan e Baldisimo, infatti, hanno progettato una serie di cinque storie più o meno legate una all'altra.
Il tema portante del terzo volume è un salto nel passato di Alexandra Trese, all'epoca in cui era l'assistente del padre Anton. Questo risulta fondamentalmente il principale legame narrativo tra le prime quattro storie, il che permette ai due autori di realizzare in ogni caso due storie autoconclusive, la prima e la quarta. Le due centrali, infatti, narrano della sfida a Talagbusao, sanguinario dio della guerra filippino, nonché padre biologico dei due kambal. Ed è proprio Talagbusao l'avversario di Alexandra nell'ultima storia del volume, ambientata nel presente, chiudendo quindi il cerchio del volume.
Tra l'altro l'introduzione di questo potente avversario permette ai due autori di esplicitare ancora di più l'ispirazione supereroistica sempre ben presente nel loro stile narrativo: personalmente ho trovato molto morrisoniano il modo in cui Alexandra sconfigge il dio della guerra.
Due parole conclusive sulla serie televisiva di Netflix, che ha visto la collaborazione dei due creatori della serie a fumetti. Questa prima e per ora unica stagione ha portato sullo schermo proprio questi primi tre volumi, puntando sul terzo per la costruzione della trama verticale che ha unito gli episodi della serie, mentre sui primi due per costruire le trame autoconclusive dei singoli episodi. Questo sforzo ha prodotto una serie tutto sommato interessante e appassionante, quasi allo stesso livello del fumetto, anche se forse pecca un po' nella qualità dei dialoghi.
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