Con il video dedicato a L'inghippo del muone di Marco Bosco e Giampaolo Soldati ancora in lavorazione (e speriamo che riesco a pubblicarlo domani...), ecco puntualmente in ritardo la recensione del Topolino ancora per poco in edicola (almeno quelle ancora aperte a quest'ora...).
La storia d'apertura, introdotta da una meravigliosa cover di Stefano Zanchi, è il terzo episodio de La via della storia di Francesco Artibani e Alessandro Perina, l'avventura temporale ambientata lungo la via Appia con Topolino e Pippo impegnati nella difficile operazione di recupero di uno Zapotec disperso tra gli antichi romani. Al di là della parte storica, che viene approfondita nell'intervista a Giuseppe Ceraudo pubblicata subito dopo, la storia presenta alcuni elementi interessanti cui vale la pena soffermarsi.
Innanzitutto la pubblicazione diluita, non si sa bene perché, trova però una qual certa giustificazione nel tempo che nel presente devono impiegare Topolino e Pippo per recuperare gli indizi che dal passato Zapotec ha lasciato loro. Inoltre Artibani ha anche introdotto un elemento interessante: se la macchina del tempo riesce a trasportare Topolino e Pippo in un altro tempo, allora deve poter fungere anche da teletrasporto. E in effetti la quantità di energia necessaria per un viaggio nel tempo dalla Terra alla Terra è paragonabile, se non superiore, proprio a quella necessaria per un teletrasporto. Quindi la cosa avrebbe senso (oltre a risultare molto meno problematica nell'ottica dei paradossi, ma questo è un altro discorso).
Co-protagonista della storia in questo episodio è, però, il buon professor Marlin, che in questo episodio torna a viaggiare nel passato e sempre nell'antica Roma, proprio come era avvenuto, anche se in quel caso un po' per... caso, ne L'introvabile amburgus di Alessandro Sisti e Luciano Gatto. E' interessante osservare come in questo caso, poiché il viaggio è consapevole, Topolino fa lasciare a casa gli occhiali al buon Marlin, che ovviamente millanta una vista perfetta, cosa che sarà fonte di un paio di gag divertenti (ancvhe se non dal punto di vista di Marlin).
Ovviamente alla fine della storia i dispersi saranno due, cosa in qualche modo scontata non appena il lettore viene edotto del viaggio nel tempo di Marlin. Non resta che aspettare per scoprire come Topolino e Pippo riporteranno nel presente i due dispersi temporali e, soprattutto, scoprire le ultie meraviglie della via Appia.
Il terzo episodio di Fast Track Mickey: Full circledi Claudio Sciarrone è un po' un episodio preparatorio, visto che conitnuiamo a vedere come Topolino, Orazio e il resto del team si preparano alla gara motoristica, ma anche come Gambadilegno e Thunder si preparano all'evasione, ma anche di svelamento, visto che scopriamo gli ultimi dettagli relativi alla gara, inclusa una parte del tracciato disegnata appositamente per gli ardimentosi. L'attesa per il gran finale dunque cresce e Sciarrone riesce a costruirla nella maniera migliore possibile. Inoltre l'anteprima della cover del prossimo e ultimo episodio, suddivisto in due parti, svela anche la presenza di un nuovo partecipante, cosa che in qualche modo si iniziava a intuire già dall'episodio precedente.
Delle due storie scientifiche presenti nel numero, poiché spero di realizzare un video ciascuna, mi soffermo solo sulle censure attuare su Il bosino di X di Francesco Monteforte Bianchi e Andrea Lucci, storia già pubblicata sul Topolino #2999. A un certo punto, infatti, viene mostrato Paperone con un archibugio in mano che usa contro i Bassotti in due occasioni. In entrambe le vignette uscire su questo #3527, il rumore dello sparo e le linee cinetiche che dovrebbero rappresentare il sale grosso con cui l'archibugio è tradizionalmente caricato, sono state rimosse. Posso capire la scelta, ma non mi sento di condividerla, a meno che non sia stata imposta da altri luoghi. Qualcosa del tipo vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.
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