Le storie presenti a sommario presentano delle sfide interessanti per i loro protagonisti, iniziando dalla cover story, Orizzonti infiniti, storia in due tempi della serie Topolino giramondo. Per l'occasione a scrivere la storia troviamo Francesco Vacca che, affiancato da un Roberto Vian particolarmente in forma, spedisce Topolino nella steppa sulle tracce delle ultime popolazioni nomadi del mondo. Sembra di essere in qualche modo ritornati nelle atmosfere delle sue Giovani Marmotte, ma con Topolino come protagonista. Ha ben poca importanza, in ogni caso, andare a raccontare i dettagli sulla trama: basti sapere che, come per la maggior parte delle storie della serie, il mistero che aleggia tra le pagine ha una spiegazione in qualche modo "normale" e non criminale. Inevitabile, poi, il confronto con le storie del creatore della serie, Giuseppe Zironi, e personalmente preferisco lo stile di Vacca, che alleggerisce la narrazione togliendo le didascalie con i passi tratti dall'articolo di Topolino, lasciando quelle necessarie, tutte in terza persona, ma soprattutto, avendo a disposizione Vian, realizza anche delle poetiche sequenze mute.
A seguire ecco il secondo episodio di Blue Peaks Valley di Corrado Mastantuono, Un falegname. La storia, raccontata sulle pagine del Papersera, è una variazione del classico racconto biblico del figliol prodigo declinata nelle atmosfere western, in cui un figlio per comprendere appieno gli insegnamenti del padre, se ne deve allontanare.
Il numero, poi, si presenta nel formato flipbook con il retro dedicato alla nuova storia di Once upon a mouse... in the future. Costruttori spaziali, di Alessandro Sisti su soggetto di Francesco Artibani e per i disegni di Claudio Sciarrone, vede Topolino, Pippo e Paperino improvvisarsi da giardineri a costruttori di astronavi. Il motivo è l'arrivo di un asteroide in rotta di collisione con la stazione spaziale Duckspace.
La storia segue abbastanza fedelmente, con le dovute trasposizioni fantascientifiche, le gag del corto originale, Boat Builders, di cui tra l'altro abbiamo discusso (insieme con altri corti) insieme ad Andrea Bramini, ma presenta un errore piuttosto grosso: l'asteroide che si avvicina alla stazione spaziale è "fiammeggiante", cosa impossibile visto che nello spazio non c'è alcuna atmosfera con la quale fare attrito e incendiarsi... Potreste obiettare che era una cometa, la cui coda si accende grazie al vento solare, ma allora perché non chiamarla cometa sin dalla prima pagina?
Con questa spinosa questione, la finisco qui, sperando, come sempre, di non arrivare troppo in ritardo la prossima settimana.
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