In questi giorni di caldo (ed è il primo assedio), un gruppo di criminali, utilizzando l'auto, sta iniziando a sfondare le vetrine dei negozi (o forse si dovrebbe dire ricomincia a sfondare le vetrine, poiché alcuni anni fa ci provarono già una prima volta): hanno iniziato da un negozio di vestiti, ma forse le telecamere esterne a circuito chiuso di una vicina gioielleria sono riuscite a riprendere i ladri (certo: quando si parla di un ricco negozio di vestiti, quando i ladri sono riusciti a portare via una settantina di capi, si parla di rapina, quando invece l'esercizio commerciale è un semplice bar, quando la rapina non va completamente a buon fine - più i danni che il furto - e questo perché la saracinesca è abbassata e la porta montata è ottima, non si può parlare di rapina ma di intimidazione, pur se intimidazione non era!).
E intanto, giusto per non dimenticare che ci sono degli interessi anche nella propria zona, ricominciano le intimidazioni, rivolte in questo caso ai cantieri edili presenti in città. Intimidazioni scoperte dagli investigatori non certo grazie all'aiuto degli... intimiditi, che anzi negano, a quanto pare anche di fronte all'evidenza!
E' così che si fa! Bisogna negare! Anche perché se lo fanno nelle ricche città del nord, come Milano (dove ammettere la presenza della criminalità organizzata, 'ndrangheta in testa, sarebbe come veder crollare completamente la propria economia), perché non dovremmo continuare noi sulla strada dell'omertà, che l'abbiamo inventata, per paura, per servilismo, per chissà cos'altro?
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