Questa era sostanzialmente la situazione nel 1429, l'anno di inizio delle avventure di Pierre, l'anno in cui la Francia, grazie a Giovanna d'Arco, si solleva contro l'Inghilterra ribaltando le sorti di una guerra che sembrava destinata finire in favore di quest'ultima. E dunque Pierre il mercenario è un romanzo sulla Francia, sui mercenari e sull'eroina Giovanna d'Arco, mal sopportata dai capi dell'esercito, amata dai soldati, regolari e mercenari, e dalla popolazione. Fu grazie a lei che un esecito apparentemente così male assortito riuscì a restare unito, trovando la forza e le motivazioni per ottenere delle importanti vittorie, come quella che permise alla Francia di riconquistare Orleans. E nel romanzo di Sato Pierre e la Pulzella incrociano le loro strade quasi dall'inizio, quando Pierre prova a stuprare la giovane eroina francese, senza ancora conoscerla, ma qualcosa, una visione mistica, lo fa recedere dal suo intento. Qui inizia un rapporto di amicizia (forse amore?) che verrà approfondito dall'autore nel corso del romanzo.
Però qui stiamo parlando di un romanzo in giapponese, e questo genere di romanzi difficilmente arrivano in Italia, a meno che non abbiano così successo in patria da diventare un manga di altrettanto successo, così da varcare in questo modo i confini nipponici.
E' il destino di Pierre il mercenario, e di altri manga pubblicati in Italia, che arriva nel nostro paese, pubblicato dalla J-Pop, con il titolo di Mercenary Pierre. Pubblicato in 4 volumi (o tankobon), il manga è realizzato da Takashi Noguchi con un tratto pulito ma comunque dettagliato, che ricorda il Yoshikazu Yasuhiko di Alessandro Magno, realizzando alla fine un seinen bello, appassionante e dove i personaggi non sono solo delle rappresentazioni storiche di alcune tipologie particolari, ma ognuno di loro, incominciando dalla stessa Giovanna d'Arco, esprimono una grandissima umanità e una profondità tipiche dei migliori autori nipponici. Forse solo la conclusione lascia perplessi, un po' con l'amaro in bocca per certi versi, sospesi trale lacrime di Jean, da sempre il secondo di Pierre, e il sorriso di un ormai adulto de la Flute illegittimo.
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