Sono stanco di ripeterlo, ma lo devo dire ancora: il budget della NASA ammonta a quattro decimi di cent per ogni dollaro di tasse. Se tenessi in mano un dollaro di tasse e lo tagliassi orizzontalmente per quattro decimi dell'un per cento della sua larghezza non arriverei neanche all'inchiostro. Quindi io non accetto che si dica "Non ce lo possiamo permettere"!Gli Stati Uniti sono da sempre simbolo dell'Occidente. E anche in questo caso non si smentiscono.
Vi rendete conto che gli 850 miliardi di dollari di salvataggio delle banche, quella somma di denaro, è più dell'intero budget di gestione della NASA di cinquant'anni? E quindi quando qualcuno dice "Non abbiamo abbastanza soldi per questo programma spaziale", io chiedo "No, non è che non avete abbastanza soldi: è che la distribuzione dei soldi che state spendendo è distorta in un modo che vi fa eliminare l'unica cosa che dia alla gente qualcosa di cui sognare: il domani. La casa di domani, la città di domani, i trasporti di domani." Tutto questo è finito negli anni settanta, dopo che abbiamo smesso di andare sulla Luna. È finito tutto. Abbiamo smesso di sognare.
(dalla traduzione di Paolo Attivissimo)
Nel mondo, però, c'è chi non solo non ha smesso di sognare, ma sta lavorando per realizzarli, i sogni:
C'è chi si mette in dubbio la rilevanza delle attività spaziali in una nazione in via di sviluppo. Per noi non c'è ambiguità di propositi. Non abbiamo la fantasia di competere con le nazioni economicamente avanzate nell'esplorazione della luna o dei pianeti o nella progettazione di voli spaziali. Ma siamo convinti che se vogliamo giocare un ruolo significativo nella nazione, e nella comunità delle nazioni, non dobbiamo essere secondi a nessuno nell'applicazione delle tecnologie avanzate ai problemi reali dell'uomo e della società.Queste sono le parole di Vikram Sarabhai, dell'Indian Space Research Organization, a proposito di un programma di osservazioni indiane su Marte.
Lo ripeto: gli Stati Uniti sono da sempre simbolo dell'Occidente, e in questo caso a maggior ragione lo sono, perché il discorso di Neil DeGrasse Tyson vale, pur in piccolo, anche per l'Italia e per i governi che dal dopo guerra (intendo almeno dalla Seconda Guerra Mondiale) hanno governato questa nazione. E fino a che saranno loro a decidere, per riprendere a sognare ci vorrà ancora un bel pezzo...
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