Loading web-font TeX/Main/Regular

Stomachion

lunedì 4 agosto 2014

La congettura di Rota

Attenzione: i contenuti sono abbastanza avanzati, più del solito. Forse anche la semplificazione non è così... semplice. Ad ogni modo, spero ci proviate lo stesso a leggerlo tutto, o almeno solo un pochino!
Uno degli aspetti più interessanti dei matematici moderni, soprattutto di quelli di qualità, è la loro capacità di cogliere gli aspetti in comune tra branche apparentemente distanti tra loro. E' in effetti il caso della storia dietro la congettura scoperta nel 1970 da Gian-Carlo Rota(6), che parte dalla definizione di matroide.
Questo oggetto dal nome forse non troppo rassicurante, introdotto nel 1935 da Hassler Whitney(3) è, in effetti, una coppia di oggetti matematici, (E, I), dove E è in insieme finito, detto insieme ambiente, ed I una collezione di sottoinsiemi di E chiamati insiemi indipendenti, tale che
  1. l'insieme vuoto è indipendente;
  2. sottoinsiemi di insiemi indipendenti sono indipendenti;
  3. per ogni insieme X \subseteq E, i maggiori sottoinsiemi indipendenti di X hanno tutti la stessa dimensione.
Una matroide è, per esempio, una collezione di vettori in uno spazio vettoriale, o l'insieme delle colonne di una matrice. Data, quindi, una matrice, definita su un dato campo F (l'insieme dei numeri che compongono le celle della matrice), si può costruire la matroide colonna della matrice di partenza costruendo i sottoinsiemi di colonne linearmente indipendenti della matrice stessa (l'insieme I di una matrice 3 \times 3 con colonne linearmente indipendenti sarà, quindi, costituito da 4 insiemi, quello formato dalle tre colonne prese insieme e i tre costituiti da ciascuna coppia di colonne).
Con un parallelo interessante con la teoria delle matrici e la topologia, si possono poi introdurre anche i concetti di base (il più grande insieme indipendente) e di rango (la grandezza di un massimo insieme indipendente) di un dato insieme X in una matroide M. E visto che non siamo contenti, ecco il duale di una matroide M, indicato come M^*, che è esso stesso una matroide e che viene costruito utilizzando come basi i complementi delle basi di M.
Infine i minori di una matroide: siano C e D due insiemi di elementi di una matroide M. A partire da questi due insiemi si possono definire due nuove matroidi, una per sottrazione, M \setminus D, e una come contrazione, M/C = (M^* \setminus C^*). Un minore di una matroide è, quindi, una matroide della forma M \setminus D / C.
Siamo quasi pronti per enunciare la congettura di Rota: ci manca solo da definire le matroidi F-rappresentabili. Una matroide assume questo ruolo se è la matroide colonna di una matrice definita sul campo F. La congettura scoperta da Rota è dunque:
Per ogni campo finito F, ci sono, a meno di un isomorfismo, solo un numero finito di minori esclusi per la classe di matroidi F-rappresentabili.(5)
dove per minori esclusi si intendono i matroidi che non appartengono alla classe dei minori propri, ovvero quei minori per cui l'intersezione tra gli insiemi C e D è non nulla.
La dimostrazione di questa congettura ha stimolato lo sviluppo della teoria dei matroidi e permesso di esplorare il suo legame con la teoria dei grafi, e quindi con un approccio più geometrico ai matroidi. Non a caso, infatti, i grafi di Kuratowski(1) (vedi il problema dei servizi) risultano una rappresentazione grafica di due minori esclusi:
Quelle che possiamo chiamare come matroidi grafiche furono già osservate dallo stesso Whitney(2) e da Tuttle(4): esse sono rappresentabili su ogni campo e permettono agilmente di passare a strutture differenti semplicemente eliminando delle righe. In queste operazioni, però, bisogna stare attenti, perché il nuovo grafo non è necessariamente una matroide rappresentabile. Una variazione sul grafo K_{3, 3} di Kuratowski, la matroide di Pappo, non è più rappresentabile sui reali per la sottrazione della linea centrale.(6)

(1) Kuratowski, Casimir. "Sur le problème des courbes gauches en Topologie." Fundamenta Mathematicae 15.1 (1930): 271-283.
(2) Whitney H. (1931). Non-Separable and Planar Graphs., Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 17 (2) 125-127. PMID:
(3) Whitney, Hassler (1935). On the Abstract Properties of Linear Dependence American Journal of Mathematics, 57 (3), 509-533 DOI: 10.2307/2371182
(4) Tutte, W. T. (1959). Matroids and graphs Transactions of the American Mathematical Society, 90 (3), 527-527 DOI: 10.1090/S0002-9947-1959-0101527-3
(5) Rota, Gian-Carlo. Combinatoral theory, old and new. Proc. Internat. Cong. Math. (Nice 1970), 229-233. Gauthier-Villars, Paris. (pdf)
(6) Jim Geelen, Bert Gerards, & Geoff Whittle (2014). Solving Rota's Conjecture Notices of the American Mathematical Society, 61 (07), 736-743 DOI: 10.1090/noti1139

Nessun commento:

Posta un commento

Questo sito utilizza i cookie per migliorare servizi ed esperienza dei lettori. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.Più InfoOK