Stomachion

domenica 7 febbraio 2021

Topolino #3402: Realtà subliminale

Vista la conclusione della nuova saga di Fantomius, il numero #3402 sembra essere un buon punto con cui ripartire a scrivere qualche riga su Topolino. Parto con la storia che ispira il titolo di questa recensione e che conclude il numero, Topolino e i goof viewer di Giorgio Salati per i disegni del sempre dinamico Lucio Leoni.
La storia, in sintesi, è presto detta: Pippo, combinando gli occhiali di uno suo zio, creati per captare messaggi alieni, con gli schermi di vecchi smartphone, riesce a creare dei visori multimediali in grado di collegarsi con la rete. A quel punto Topolino convince l'amico a brevettare l'invenzione. Alcuni giorni dopo i suoi visori, i goof viewer, sono in vendita in tutta la città: Pippo, infatti, è stato assunto dalla Mousbit, diventando il nuovo guru tecnologico. Non a caso, infatti, Leoni assegna a Pippo un look che ricorda molto da vicino quello di Steve Jobs, mentre come in Pippo cervello del secolo diventa impossibile per Topolino riuscire a incontrarlo.
La storia, dunque, è squisitamente tradizionale nello sviluppo, anche grazie alla neanche tanto velata morale del troppo che stroppia, retta da un ritmo veloce, soprattutto nel secondo tempo e da una serie di gag molto gottfredsoniane nel primo tempo.
Cose che vengono a noia
La storia d'apertura, invece, Il cammino del puma bianco, venduta come celebrazione dei sessant'anni delle Giovani Marmotte, vive di un'ambiguità di fondo che Marco Nucci non riesce a sciogliere per tutto il corso della storia. Questa, infatti, è intitolata a Newton Pitagorico, che fece il suo esordio proprio come Giovane Marmotta. E per tutta la storia due dei tre nipotini si aspettano sempre un disastro causato da una qualche disastrosa invenzione dell'amico. Cosa che, invece, non avviene. Il problema è che persino come storia delle Giovani Marmotte risulta piuttosto annacquata, senza alcuna verve. Inoltre il finale, con un Newton Pitagorico rappresentato quasi come un perfido inventore pazzo, risulta un po' venuto a noia, strutturato sempre allo stesso modo per le storie del geniale nipote di Archimede. Forse affidare la celebrazione delle GM a Nucci non è stata una buona idea, nonostante gli ottimi disegni di Emmanuele Baccinelli.
Deludente in maniera diversa è, poi, la saga di Fantomius che si conclude con La fine e... l'inizio. Marco Gervasio propone una nuova saga temporale, sempre con l'orologio a cucù ideato da Copernico. Senza scendere nel dettaglio sull'impossibilità per Copernico di creare un tale dispositivo, o nell'altrettanto incredibile rilevatore di tracce energetiche (il problema di fondo sta nell'inesistenza della tecnologia di miniaturizzazione, che sarebbe stata ideata solo diversi decenni più tardi), la storia propone un paradosso temporale che non viene però risolto: il viaggio nel tempo del ladro gentiluomo e il suo ritorno sfasato di un anno a causa di una improvvida rottura dell'orologio stesso porta Famedoro a diventare sindaco di Paperopoli. E Fantomius, invece di correggere l'errore prodotto dalla storia, decide di sconfiggere Famedoro, diventando l'eroe della città. In un colpo solo Gervasio distrugge il fascino del suo personaggio (cosa che aveva già iniziato a fare in altre occasioni, incluse le storie con i viaggi temporali) e introduce una serie di elementi nella storia di Paperopoli che mi fanno sperare che, prima o poi, spingano la redazione a fare un vero e proprio reset del lavoro dell'autore proponendo un reboot del personaggio.

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