Dopo la scorpacciata fantascientifica di Minaccia dallo spazio, arriva una nuova saga ad alta tensione, questa volta nel genere thriller, sottogenere degli attentatori (d'altra parte il sottogenere equivalente dei serial killer è piuttosto difficile da affrontare su Topolino). A relizzare la nuova saga in quattro episodi, Scacco matto a Topolino, troviamo Giovanni Di Gregorio con, ai disegni, Ottavio Panaro. La storia è anche abbinata al nuovo gadget del settimanale, gli Scacchi di Topolino, di cui qui sotto vi metto il primo degli unboxing che spero di realizzare nel corso delle quattro settimane. Vi segnalo anche l'unboxing di Alain su YouTube.
L'episodio introduce l'avversario di questa saga, lo scacchista (Di Gregorio gioca con buon gusto sulla non eccelsa originalità del nome che il criminale si è scelto!), che minaccia di compiere attentati a Topolinia se non si accetta la sua sfida a scacchi, o se, come nel caso del finale della storia, i bianchi dovessero perdere un pezzo. Per chi conosce gli scacchi, il fatto che lo scacchista abbia concesso a Topolinia i bianchi da un'idea del livello del giocatore, cui Di Gregorio mette contro un personaggio ideato ad hoc, il maestro scacchista Farnesio, e un inconsueto (ma neanche tanto a dire il vero) Pippo, che, come ci si potrebbe aspettare, ha un maestro scacchista tra i suoi antenati.
Al momento, ad ogni modo, a parte la costruzione della storia, che comunque già promette molto bene, per quel poco che so del gioco degli scacchi, tutte le mosse citate da Farnesio e Pippo esistono in qualsiasi manuale. Sarà interessante, comunque, scoprire se Di Gregorio proverà a lanciarsi in qualche mossa da "pensiero laterale" tirata fuori dal manuale scacchistico di Pipparov, evidentemente ispirato, almeno come nome, a Garry Kasparov, il bis-bis maestro di scacchi.
Anche il resto del numero, come non succedeva da un paio di settimane, risulta all'altezza della storia principale dell'albo. Abbiamo, infatti, il secondo turno di Road to the world cup di Marco Nucci e Stefano Intini, che vede la sfida del Calisota contro l'Alaska in quel di Daeson. E' il secondo, recente ritorno alle origini nel Klondike da parte di Paperone, ma sembra abbastanza scollegato dalla storia di qualche mese fa scritta da Marco Gervasio, cosa che personalmente ho trovato un vantaggio e non uno svantaggio. Gli elementi di discordanza sono innanzitutto la presenza di una nuova e una vecchia Dawson, cosa non presente nella storia di Gervasio, e una completa assenza di riferimenti alla storia gervasiana, anche se la conclusione di quest'ultima potrebbe spiegare come Soapy Slick sia riuscito a ottenere il denaro per diventare presidente della squadra che rappresenta l'Alaska.
Dal punto di vista narrativo, ad ogni modo, Una canzone per Dawson viaggia su due binari: quello calcistico, dove il Calisota deve affrontare un problema che a volte affligge lo sport in generale e il calcio in particolare, la corrusione degli arbitri; e poi, come intuibile dal titolo, c'è l'elemento nostalgico che attraversa un po' tutta la storia. Come al solito, nella serie, Nucci riesce anche a trovare un paio di running gag molto efficaci e, come sempre, molto ben interpretate da Intini.
All'interno della serie dei Misteri di Paperopoli troviamo in Il museo Ducktrip la coppia Bruno Sarda-Massimo Fecchi che imbastisce una caccia al tesoro all'interno di un museo che, nell'aspetto, ricorda il Museo di Storia Naturale di Milano. Anche l'idea della caccia al tesoro all'interno del museo potrebbe essere mutuata proprio da una iniziativa analoga promossa dal Museo alcuni anni fa.
Chiude il numero una nuova serie realizzata dalla Disney. Ideatore della serie, Time machine (mis)adventures è Francesco Artibani che rimette in campo la macchina del tempo di Archimede per raccontare alcune imprese di Paperone in viaggio nel tempo. Per il primo episodio, Il tesoro di capitan Tiburton, Artibani mette in scena una ricerca nel tempo di Paperone che vuole conoscere l'ubicazione del tesoro di un noto pirata per poi recuperarlo una volta tornato nel suo tempo. L'interferenza temporale dei paperi causa un paradosso temporale che potrebbe avere conseguenze importanti a livello culinario.
Anche se personalmente credo che in qualche modo la storia sarebbe comunque andata a posto, almeno nel caso specifico, l'avventura risulta divertente e dinamica come le classiche storie di Artibani, molto ben supportata da un come al solito all'altezza Francesco D'Ippolito.
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