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Nel complesso la serie continua a mantenersi leggera e divertente, indubbiamente una lettura di buon livello. Entrambi gli sceneggiatori proseguono sulla linea narrativa impostata da Ambrosio, ma nel complesso la mia preferenza va a Il custode degli abissi di Pesce rispetto a La maledizione della pioggia senza fine di Gatti, e questo nonostante la presenza di un re Paperone Pendragon decisamente molto ben caratterizzato. Il punto debole della storia, però, è, secondo me, Amelia come personaggio e il finale della storia stessa che ho trovato un po' troppo semplicistico, sia quello dell'impresa di sir Paperinik, sia quello dei cavalieri di re Pendragon. Anche la caratterizzazione grafica di Amelia mi ha lasciato un po' interdetto: l'ho trovata un po' troppo ricca ed elegante, anche se devo dire che nel complesso la prova di Pastrovicchio risulta comunque all'altezza del fratello. Anche per questo la storia è stata un po' deludente, perché la sceneggiatura di Gatti non è sembrata in grado di esaltare il tratto del disegnatore assegnato.
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Il resto del numero è abbastanza anonimo, a parte forse L'insospettabile fan di Riccardo Secchi e Paolo Mottura pubblicata per la prima volta su Topolino #2633.
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