Stomachion

lunedì 27 gennaio 2014

Maus: di topi e stereotipi

Dopo Il complotto di Will Eisner, quest'anno ripropongo una recensione di Maus di Spiegelman. In questo caso, invece di modificare quella già esistente, l'ho riscritta mantenendo alcune parti e aggiungendone qualche altra.
Gli animali sono stati, sin dai tempi dell'Antica Grecia, il miglior veicolo per raccontare storie che contenessero una morale. Sono proprio nelle fiabe e nelle favole che si incontrano i primi animali con comportamenti e posture umani, e sono proprio gli animali che, nel 1945, sono protagonisti di una sorta di favola, un romanzo di critica politica come La fattoria degli animali. In questo caso George Orwell utilizza gli animali di una fattoria in una maniera sì allegorica e metaforica, ma sufficientemente esplicita da incorrere nelle censure e nelle difficoltà di pubblicazione:
If the fable were addressed generally to dictators and dictatorships at large then publication would be all right, but the fable does follow, as I see now, so completely the progress of the Russian Soviets and their two dictators, that it can apply only to Russia, to the exclusion of the other dictatorships.
Persino la scelta della casta dominante, i maiali, viene considerata una pessima scelta, nonostante sia, evidentemente, ben ponderata, un po' come quella compiuta da Art Spiegelman in Maus, dove gli ebrei vengono rappresentati come topi, i polacchi come maiali e i tedeschi come gatti. Maus, infatti, racconta, mescolando l'autobiografia dell'autore con il racconto orale del padre, vecchio e indurito dalla guerra, le difficoltà di essere ebreo prima e durante la Seconda Guerra Mondiale nell'Europa centrale. A differenza di Orwell, però, Spiegelman non nasconde nessuno dietro personaggi fittizi, o dietro metafore: l'unica metafora è la rappresentazione stessa degli esseri umani, e quella scelta in particolare di gatti e topi sembra suggerire l'inevitabilità dell'odio e dell'avversione. Non solo: la stessa scelta di rappresentare ciascun popolo protagonista di Maus con animali differenti sembrerebbe rinforzare più che criticare il punto di vista nazista, come suggeriscono Hillel Halkin (grazie a una sorta di doppia de-umanizzazione) o Harvey Pekar (che vede tali rappresentazioni come un rafforzamento degli stereotipi). D'altra parte quella suddivisione netta del mondo non viene apprezzabilmente modificata nelle scene ambientate nel presente, e se poi notiamo come nella seconda parte gli animali antropomorfi si trasformano in esseri umani con una maschera, quindi si trasforma la razza nazista in una scelta consapevole (per quanto magari imposta dalla nascita, come nel caso dell'autore), questa scelta stereotipata si trasforma come un messaggio importante al lettore, un suggerire come, nonostante la guerra, nonostante gli orrori, il mondo non sia apprezzabilmente cambiato, come sia rimasto sostanzialmente chiuso in gruppi ristretti che si nascondo dietro maschere più o meno tradizionali. E quasi a conferma di ciò ci sono le parole dell'autore, che ha affermato che queste metafore ... sono destinate ad auto-distruggersi e rivelano l'inanità della nozione stessa di etnia.
In ogni caso, al di là di tutti i discorsi accademici o delle varie possibili interpretazioni, mi piace concludere con le parole di Guglielmo Nigro, quelle stesse con cui conclude la sua recensione di Maus su LSB:
La personalità di Art Spiegelman, le sue infinite sigarette, le sue angosce personali (la madre suicida viene rappresentata con infinita tristezza e crudezza proprio in Maus), la sua acutezza mentale, la sua intelligenza sono un altro monumento (non voluto) all'uomo in crisi di fine millennio, ricolmo di rabbia inesplosa e di impotenza di fronte a una società incomprensibile.
Vincitore del Premio Pulitzer (il primo dato a un’opera a fumetti), studiato nelle scuole, testimoniato dallo stesso autore in mille e mille interventi e conferenze, Maus è Art Spiegelman, come Art Spiegelman sembra essere Maus. Sono la verità e l'onestà, che fanno di questo romanzo un capolavoro unico della fine del Novecento, un'opera da conservare come un regalo prezioso.

Leggi anche:
Il fumetto e la shoa di Simone Rastelli

domenica 26 gennaio 2014

Curiosità e scienza

La vignetta di sopra, dove Topolino e Pippo incontrano Leonardo da Vinci, è tratta da Topolino e il segreto della Gioconda (prima storia della serie della Macchina del tempo ad essere pubblicata) di Bruno Concina e Massimo De Vita. La frase che Concina mette in bocca a Leonardo è però un pezzo di una citazione di Giambattista Vico:
La curiosità è figlia dell’ignoranza e madre della scienza, la quale partorisce la meraviglia.

sabato 25 gennaio 2014

La fisica e la geometria delle particelle Pym

La super famiglia per eccellenza, i Fantastici Quattro, si sono meritati da tempo due serie regolari, la classica Fantastic Four e la gemella FF. Da un annetto e mezzo circa le due serie sono ripartite da 1 e a scriverle entrambe c'è Matt Fraction, un abile sceneggiatore entrato subito in sintonia con le atmosfere della famiglia, strutturando però i due serial in maniera diversa. Mentre Fantastic Four è diventato una sorta di Lost in space marvelliano, dove i Richards sono a viaggiare nello spazio-tempo (forse dispersi), su FF seguiamo le avventure dei loro sostituti, che oltre a dover salvare il mondo sono anche impegnati a gestire la Fondazione Futuro, una sorta di scuola per ragazzini dai superpoteri. Nella Fondazione Futuro ci sono vari insegnanti, che passano a dare lezioni sull'Universo Marvel e sull'ultimo numero scritto da Fraction (ultimo nel senso che dopo lascerà la testata a qualcun altro), lo sceneggiatore propone una lezione dell'Osservatore sulle particelle Pym, scoperte dall'eroe e scienziato Hank Pym, uno di quelli che non sai in cosa è laureato e poi quando te lo dicono pensi ma gli sceneggiatori lo sanno che ora gli scienziati sono specializzati e non tanti Pico della Mirandola?, un tipo esperto di fisica, nanotecnologia, intelligenza artificiale, biologia e altro ancora, come nemmeno Feynman e Majorana insieme!
A parte queste sottigliezze (si potrebbe dire la stessa cosa del Dottor Octopus, per esempio, o di Reed Richards) è interessante la lezione dell'Osservatore perché lega le proprietà della particella Pym a un modello geometrico, piuttosto naif, certo, ma che non è troppo differente da quello che si prova a fare nella fisica-matematica avanzata, dove sono proprio le simmetrie e le trasformazioni geometriche a fornire le proprietà al mondo fisico.

venerdì 24 gennaio 2014

Un problema matematico: le equazioni di Navier e Stokes

In meccanica dei fluidi, le equazioni di Navier-Stokes, sviluppate da Claude-Louis Navier e George Gabriel Stokes, descrivono il moto di un fluido nello spazio. Data la sua velocità $\vec{v}$, la sua pressione $p$, e la viscosità cinematica $\nu$, in presenza di una forza esterna $\vec{f}$, il moto delle particelle del fluido può essere descritto dalla seguente equazione differenziale vettoriale: \[\frac{\partial \vec{v}}{\partial t} + ( \vec{v} \cdot \vec \nabla ) \vec{v} = -\vec \nabla p + \nu \Delta \vec{v} +\vec{f}(\vec{x},t)\] Il problema è che, per ottenere delle soluzioni di questa equazione bisogna introdurre delle approssimazioni, che semplificano la ricerca delle stesse: ad esempio una delle maggiori difficoltà è determinare le soluzioni in presenza di turbolenze. A questo problema, soprattutto di natura fisica, va aggiunto un altro problema, di natura matematica: la difficoltà nel dimostrare, date le condizioni iniziali, l'esistenza di soluzioni continue delle equazioni. Date queste difficoltà, il Clay Mathematics Institute inserì questo nella lista dei sette Problemi del Millennio:

giovedì 23 gennaio 2014

Meditazione. Funziona.

Immaginando che questo articolo sull'esistenza di un effetto placebo per il sonno avesse a che fare con la meditazione (nessun riferimento esplicito, però...), ho fatto un breve giro su Scholar per vedere cosa trovavo sulla meditazione, scoprendo che:
Oxygen consumption, heart rate, skin resistance, and electroenceph-alograph measurements were recorded before, during, and after subjects practiced a technique called transcendental meditation. There were significant changes between the control period and the meditation period in all measurements. During meditation, oxygen consumption and heart rate decreased, skin resistance increased, and the electroencephalogram showed specific changes in certain frequencies. These results seem to distinguish the state produced by transcendental meditation from commonly encountered states of consciousness and suggest that it may have practical applications.
Robert Keith Wallace (1970). Physiological Effects of Transcendental Meditation. Science, Vol. 167 no. 3926 pp. 1751-1754. doi:10.1126/science.167.3926.1751
Ninety chronic pain patients were trained in mindfulness meditation in a 10-week Stress Reduction and Relaxation Program. Statistically significant reductions were observed in measures of present-moment pain, negative body image, inhibition of activity by pain, symptoms, mood disturbance, and psychological symptomatology, including anxiety and depression. Pain-related drug utilization decreased and activity levels and feelings of self-esteem increased. Improvement appeared to be independent of gender, source of referral, and type of pain. A comparison group of pain patients did not show significant improvement on these measures after traditional treatment protocols. At follow-up, the improvements observed during the meditation training were maintained up to 15 months post-meditation training for all measures except present-moment pain. The majority of subjects reported continued high compliance with the meditation practice as part of their daily lives. The relationship of mindfulness meditation to other psychological methods for chronic pain control is discussed.
Jon Kabat-Zinn, Leslie Lipworth, Robert Burney (1985). The clinical use of mindfulness meditation for the self-regulation of chronic pain. Journal of Behavioral Medicine, Volume 8, Issue 2, pp 163-190. doi:10.1007/BF00845519
We report for the first time significant increases in left-sided anterior activation, a pattern previously associated with positive affect, in the meditators compared with the nonmeditators. We also found significant increases in antibody titers to influenza vaccine among subjects in the meditation compared with those in the wait-list control group. Finally, the magnitude of increase in left-sided activation predicted the magnitude of antibody titer rise to the vaccine.
These findings demonstrate that a short program in mindfulness meditation produces demonstrable effects on brain and immune function. These findings suggest that meditation may change brain and immune function in positive ways and underscore the need for additional research.
Richard J. Davidson et al. (2003). Alterations in Brain and Immune Function Produced by Mindfulness Meditation. Psychosomatic Medicine, vol. 65, no. 4, 564-570. doi:10.1097/​01.PSY.0000077505.67574.E3 (pdf)
E si potrebbero allora riassumere così i vantaggi (o almeno alcuni dei vantaggi) della meditazione:
Reports that Ss during the practice of transcendental meditation manifested physiological signs of a wakeful, hypometabolic state:
(a) reductions in oxygen consumption, carbon dioxide elimination, and rate and volume of respiration;
(b) decreased blood-lactate level;
(c) slowed heartbeat;
(d) increased skin resistance, and
(e) an EEG pattern of slow alpha waves with occasional theta-wave activity.
These changes bore little resemblance to physiological changes associated with other relaxed states, e.g., sleep and hypnosis.
Wallace, Robert K.; Benson, Herbert (1972). Scientific American, Vol 226(2), 84-90. doi: 10.1038/scientificamerican0272-84 (abstract via psycnet.apa.org)
E torniamo al sonno: quando Eric Horowitz scrive:
The sleep placebo also suggests that finding a way to improve your sleep may be more important than you think. If you're able to convince yourself that your bedtime routine is working — whether it's reading, exercising, or eating honey — you might see the cognitive benefits of improved sleep even on nights when you don't actually sleep better.
sta in pratica sponsorizzando la meditazione come tecnica per migliorare la qualità del proprio sonno.
E ora proviamoci tutti insieme!!!
P.S.: la meditazione, comunque, funziona. L'ho provata, e ogni tanto ancora la uso, ma non con la regolarità che servirebbe...
P.P.S.: ovviamente tutti i grassetti nei passi citati li ho messi io. Mentre il post non mi sembrava il caso di aggregarlo, e non l'ho aggregato, che in fondo non ho detto un bel nulla. E questo è sicuramente un... post placebo!

mercoledì 22 gennaio 2014

Fiesta

1926. Parigi. Tra un ristorante e una balera, tra la compagnia di una ragazza incontrata a un caffè e un gruppo di amici, tra giorni che passano con il lavoro e notti in compagnia di una donna che sta aspettando l'arrivo del suo futuro marito dall'Inghilterra: passa così la vita di Jake Burns, giornalista e, probabilmente, alter ego di Hemingway, in uno dei primi romanzi del grande scrittore statunitense.
Esce uno spaccato della società europea, tra Francia e Spagna, del periodo tra le due guerre mondiali. Luci, balli, alcol, feste fino a tardi, rapporti al limite del legale (per l'epoca) dove sono le donne a comandare, in particolare Bret, innamorata di Jake, ma che non riesce a fermarsi per lui. E' un romanzo indubbiamente urbano, Fiesta, ma l'Hemingway degli spazi aperti e solitari, della vita semplice e a contatto con la natura esce fuori nella parte spagnola, quando c'e' da raccontare della pesca in riva al fiume: e sembra quasi di essere lì, tra i flutti dell'acqua che colpiscono i sassi, e i pesci che vengono gettati nel cesto mentre ancora si dibattono, e l'odore della loro carne mentre viene cotta al fuoco.
Poi però la fiesta finisce, e si torna, con calma, verso casa, in Francia, ed ecco uno dei passaggi più significativi:
Non puoi mai sapere se un cameriere spagnolo ti dirà grazie. Ma in Francia ogni cosa ha chiaramente una base finanziari. E' il paese dove è più semplice vivere. Nessuno complica le cose diventando amico tuo per qualche oscura ragione. Se vuoi essere simpatico alla gente, devi soltanto spendere un po' di soldi. Io spesi un po' di soldi e il cameriere mi prese in simpatia. Apprezzò le mie nobili qualità. Sarebbe stato felice di rivedermi e mi avrebbe voluto a uno dei suoi tavoli. E la sua simpatia sarebbe stata sincera perché avrebbe avuto una base solida. Ero di nuovo in Francia.(1)
Sembra quasi che Hemingway preferisca i rapporti basati sul denaro, ritenendoli più sinceri. E forse era una posizione condivisa da molti, quella che per certi versi e' diventata importante anche oggi.
Nell'anno del centenario dell'inizio della Grande Guerra, forse ragionare su quel periodo può essere utile, e Fiesta ne è un piccolo spaccato, con il pregio di essere raccontato da un grande della letteratura mondiale.
(1) Traduzione di Ettore Capriolo

lunedì 20 gennaio 2014

Cuore di tenebra

Cuore di tenebra
Molto spesso i film tratti o ispirati ai libri, soprattutto quando si parla di grandi romanzi, tradiscono l'opera originale. Quando il tradimento è nello spirito, trasformando la trasposizione in una semplice riproposizione delle immagini significative, a essere contento è al massimo il proprio gusto estetico, e il film può essere giudicato solo dimenticandosi del libro o del racconto di partenza. Ancora più delicata è una trasposizione che cerca di essere fedele, ma che inevitabilmente deve tagliare alcune scene: il rischio è quello di escludere pezzi importanti non solo ai fini della trama, ma soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi.
La vera sorpresa, però, c'è quando un film come Apocalypse now di Coppola risulta incredibilmente fedele nello spirito, nelle scene e nella caratterizzazione con un romanzo breve, ma intenso come Cuore di tenebra (Heart of darkness) di Joseph Conrad.
Lo scrittore polacco, successivamente naturalizzato inglese, ebbe una carriera nella marina della sua nazione d'adozione e questo indubbiamente gli permise di raggiungere una scrittura efficace nel genere dell'avventura, diventandone un maestro. Nel caso di Cuore di tenebra, Conrad scende nel profondo di un animo tormentato, un uomo che, dal suo piccolo feudo lungo le rive di un fiume africano, dall'alto di una cultura non certo superficiale, sembra ormai preda dell'avidità da un lato e di una impossibile ricerca di se stesso dall'altra, diventando di fatto gratuitamente violento e odiato da quasi tutti. Kurtz riprende in sé la tradizione di personaggi solitari e tormentati, come l'Achab di Melville o Il lupo di mare di London, ma al tempo stesso torna alle origini del genere umano grazie alla collocazione geografica proprio come farà Ballard ne Il mondo sommerso, dove però il ritorno alle origini è causato dai cambiamenti climatici. In un certo senso è questo ritorno, questa sorta di guardarsi indietro che porta alla follia, che porta alla discesa nelle tenebre, da cui non ci sarà ritorno o salvezza.

mercoledì 15 gennaio 2014

At the origin of the home computers


Home computers were a class of microcomputers entering the market in 1977, and becoming common during the 1980s. They were marketed to consumers as affordable and accessible computers that, for the first time, were intended for the use of a single nontechnical user. These computers were a distinct market segment that typically cost much less than business, scientific or engineering-oriented computers of the time such as the IBM PC, and were generally less powerful in terms of memory and expandability. However, a home computer often had better graphics and sound than contemporary business computers. Their most common use was playing video games.