Questa rassegna esamina studi non pubblicizzati riguardo l'esposizione a basse dosi da bombe atomiche nei sopravvissuti giapponesi.(1)L'idea di Luckey è quella di testare il così detto paradigma LNT, da linear no threshold (lineare senza soglia), ovvero che tutta la radiazione ionizzante sia dannosa. Questo punto di vista, su cui per esempio si basano le informazioni giornalistiche o le decisioni dei legislatori, non sembra essere scientificamente corretto:
I consistenti benefici doviti all'esposizione a basse dosi di radiazione da bombe atomiche nega il paradigma LNT e indica che una singola esposizione a base dosi di radiazione produce un miglioramento della salute.(1)Per gli studi esaminati da Luckey sono importanti le popolazioni di controllo, e su queste si rileva che:
In alcuni casi le popolazioni di controllo sono state scarsamente selezionate. I controlli in città sono stati presi da popolazioni a 3 km dall'epicentro di ogni bomba. I controlli non in città da villaggi a più di 3 km dall'epicentro della bomba. Ciò ha un grande margine di errore: il fallout aveva raggiunto, per esempio, i 20 cGy in una città su una piccola montagna e a 3 km a est di Nagasaki.(1)Un'altra osservazione importante riguarda le esposizioni i campioni di controllo:
Un totale di 86543 persone sono state esposte nelle due città: 45148 hanno ricevuto fino a 1 cSv e sono state utilizzate come "controlli in città". Questi sopravvissuti erano spesso più in salute dei controlli esterni. Oltre il 90% degli esposti hanno ricevuto meno di 50 cSv.(1)Se valutiamo l'impatto delle radiazioni della bomba atomica dal punto di vista evoluzionistico, i vantaggi sono potenzialmente soprattutto di specie: ci si aspetterebbe, infatti, un insorgere abbastanza rilevante di mutazioni dannose, che però alla distanza, soprattutto se tenute sotto controllo, renderebbero più forte la linea genetica e non più debole. Eppure, dal punto di vista delle mutazioni:
nessun mostro genetico è stato trovato tra i nati da genitori esposti. Dopo mezzo secolo di studi, non è stato trovato alcun effetto statisticamente significativo tra difetti congeniti, nati morti, leucemia, cancro, tassi di mortalità infantile, indici di sesso, crescita e sviluppo durante l'infanzia, aneuploidie e traslocazioni cromosomiche, o mutazioni.(1)La cosa forse più incredibile è che da uno studio del 1981 di Schull, Otake e Neel(2) i figli di donne esposte a bassi livelli di radiazione hanno presentato un più basso livello di effetti congeniti e una mortalità natale e neonatale inferiore rispetto alla media.
Ovviamente questo non vuol dire che non ci sono stati effetti collaterali: numerose le malattie (come ad esempio ritardi mentali) nelle due città colpite dalle bombe, anche se un po' tutte le ricerche esaminate da Luckey arrivano alla stessa conclusione, per quel che riguarda le mutazioni: una bassa esposizione alle radiazioni ionizzanti dei genitori ha un'alta probabilità di generare effetti benefici nei nascituri, e questo forse non è così sorprendente se pensiamo alla selezione genetica che si fa in agricoltura utilizzando proprio le radiazioni.
E sembrano esserci effetti benefici anche nell'incidenza dei tumori, in particolare della leucemia. E' interessante osservare come il tasso di mortalità dovuto alla leucemia tra i sopravvissuti alla bomba di Nagasaki rappresentato rispetto alla radiazione assimilata, misurata in cGy, presenta un minimo attorno ai 7 cGy, per poi risalire rapidamente fino a un massimo in corrispondenza dei 14 cGy.
Grafico da: BEIR I Committee The Effect on Populations of Exposure to Low Level of Ionizing Radiation. National Academy Press; Washington: 1972.
A parte viene trattato quanto accadde a un gruppo di pescatori giapponesi nel Marzo del 1954: essi furono coinvolti in uno dei testi nucleari presso le isole Bikini. Il gruppo, costituito da 23 persone, si trovava a circa 23 miglia dall'epicentro e dopo il test passarono due settimane in mare prima di ricevere delle cure mediche. Alla fine di questi 23 1 morì dopo 206 giorni con anemia, epatite e leucopenia, un altro morì dopo 21 anni con la cirrosi epatica, il resto venne ricoverato e non ebbe grossi problemi. Si stimò che il primo ricevette radiazioni per 670 cGy, gli altri tra i 200 e i 570 cGy(3).
I risultati sui pescatori giapponesi risultano confrontabili con quelli relativi ai 109 lavoratori di Chernobyl (esclusi quelli che morirono a causa dell'esplosione) ricoverati per l'esposizione alle radiazioni: nessuno di quelli che ricevettero meno di 200 cGy è morto(4).
In conclusione:
The evidence presented indicates that acute, low dose irradiation induced lifetime health benefits for Japanese survivors of atomic bombs. (...) The flash exposure for those in Hiroshima and Nagasaki was equivalent to a radiation vaccination. That suggests an important concept. These data indicate that acute exposure to low dose irradiation is adequate, with or without chronic exposures, to provide lifetime health benefits.(1)Da studi sugli animali(5), poi, le esposizioni croniche e a lungo termine portano anche loro degli effetti benefici:
- resistance to large doses of ionizing radiation
- faster wound healing
- improved DNA and cell repair
- enhanced immunity, both cellular and chemical vectors
- decreased morbidity (particularly from infections)
- healthier offspring
- decreased mortality rates, and 8) longer average lives
(1) Luckey T.D. (2008). Atomic Bomb Health Benefits, Dose-Response, 6 (4) 369-382. DOI: 10.2203/dose-response.08-009.Luckey
(2) Schull W., Otake M. & Neel J. (1981). Genetic effects of the atomic bombs: a reappraisal, Science, 213 (4513) 1220-1227. DOI: 10.1126/science.7268429
(3) Kondo S. Health Effects of Low Level Radiation. Kinki Univ. Press; Osaka: 1993
(4) Metivier F, editor. Chernobyl, ten years on Eadiological ans Health Impact. Nuclear Energy Agency; Paris: 1995
(5) Luckey TD. Radiation Hormesis. CRC Press; Boca Raton: 1991
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