
Considerato da molti il vero padre della
bomba H,
Stanislaw Ulam, matematico polacco, collaborò alla sua progettazione insieme con
Edward Teller in quello che è giustamente definito come il
progetto di Teller-Ulam. C'è chi considera, in questo senso, Teller più una madre che un padre, visto che seguì successivamente il progetto stesso. Ulam, in effetti, nel 1947 propose una idea decisamente più pacifica dell'uso dell'energia nucleare: utilizzarla per la propulsione dei razzi e per l'esplorazione dello spazio.
Andiamo, però, con ordine: Ulam nasce il
13 aprile del 1909 in Polonia da una famiglia ebrea. Sin da giovane si dimostra interessato alla scienza, fisica e astronomia in particolare, tanto che un suo zio gli regala per il 12.mo compleanno un telescopio. Sempre in quel periodo inizia a interessarsi della relatività ristretta (o speciale) di
Einstein: per raggiungere il suo obiettivo, però, necessitava di conoscenze matematiche più approfondite e così all'età di 14 anni inizia a studiare la matematica:
(...) Avevo 16 anni quando imparai veramente il calcolo con tutto me stesso da un libro di Kowalevski, tedesco da non confondersi con Sonia Kovalevskaya (...) Allora lessi anche qualcosa sulla teoria degli insiemi in un libro di Sierpinski e pensai di averla compresa. Avevamo un buon professore alle superiori, Zawirski, che era un lecturer di logica nell'università. Parlai con lui allora e quando entrai al Politecnico.(1, 2)
Un vero e proprio precursore di
Jacob Barnett, 12enne talentuoso che, sembra, stia studiando e forse ampliando la relatività
einsteiniana.
Torniamo a Ulam: armato della sua preparazione in fisica, astronomia e matematica, Stanislaw entra nel
Politecnico di Lvov, la sua città natale, nel
1927. Sempre a Lvov ottiene, nel 1933, il dottorato studiando con
Banach. Quest'ultimo aveva iniziato a lavorare su un vecchio problema di
Lebesgue del
1902 riguardo l'intervallo [0,1]. Banach risolse la questione nel
1929, assumento una ipotesi del continuo generalizzata: Ulam, l'anno successivo, riuscì ad ottenere lo stesso risultato di Banach senza assumere l'ipotesi del continuo generalizzata usata dal suo maestro.
Nel
1935, su invito di
von Neumann va all'
Institute for Advanced Study di Princeton per alcuni mesi. Qui incontra
Birkhoff, che lo invita ad
Harvard. Ritornato in Polonia, inizia una intensa attività matematica:
La vita matematica polacca era molto intensa, i matematici si vedevano spesso nei caffé come lo Scottish Cafe e il Roma Cafe. Sedevamo lì per ore e facevamo matematica. Durante l'estate lo facevo di nuovo. E poi nel '39, lasciai veramente la Polonia circa un mese prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale(1, 2).

E' il 1940 e Ulam arriva nel Wisconsin come
assistant professor. Grazie all'interessamento di von Neumann, che lo invita a impegnarsi per lo sforzo bellico contro la Germania di
Hitler, entra nel
progetto Manhattan e lavora così con Teller: è il 1943, lo stesso anno in cui diventa cittadino statunitense. Stanislaw, così, si sposta ai
Laboratori di Los Alamos.
E' in questo periodo che sviluppa il metodo Monte Carlo insieme con
Nicholas Metropolis(3, 4), con lo stesso von Neumann e altri.
Risale al
1946-47 l'idea di utilizzare l'energia nucleare per la propulsione: evidentemente questa idea non era molto ben vista tra i responsabili del progetto Manhattan, visto che in quel periodo
Rota(5) rileva un cambiamento nel carattere di Ulam. Potremmo dire che questo fu il periodo in cui in effetti abbandonò il progetto sviluppato con Teller.

Essenzialmente questo progetto era strutturato in tre fasi principali:
- separazione delle fasi in un trigger "primario" esplosivo e in uno "secondario" più potente,
- compressione del "secondario" a causa dei raggi-X che provengono dalla fissione nucleare del "primario", un processo detto implosione di radiazione del "secondario", e
- riscaldamento del secondario, dopo la compressione di raffreddamento, a causa della seconda esplosione della fissione all'interno del "secondario".
(da Wikipedia)
La geometria del progetto viene oggi recuperata dal NIF per usi pacifici all'interno della
facility sulla fusione laser (di cui vi riferirò, spero presto, i primi risultati).
Ulam, invece, si dedicò al
Progetto Orion. L'idea alla base del progetto venne proposta da
Freeman Dyson che suggerì di far esplodere una piccola bomba atomica (0,1 chilotoni) all'interno di una camera di combustione del diametro approssimativo di 40 metri. Verrebbe poi iniettata dell'acqua all'interno della camera di combustione, surriscaldata dell'esplosione atomica, e quindi utilizzata per la propulsione vera e propria. Si dovrebbe ripetere il processo, e per ogni spinta generata da una esplosione atomica aumenterebbe la velocità del veicolo.