Avventure sulla neve
Le altre due storie su cui vorrei soffermarmi hanno entrambe un'ambientazione innevata: L'artista della neve in una località di villeggiatura montana, Chi fa da sé fa per lo zione addirittura al Polo Nord. Andiamo, però, con ordine e andiamo in montagna.L'artista della neve è una storia carina e scorrevole di Carlo Panaro e Nico Picone, cui viene associata un'interessante intervista a Simon Beck, ingegnere in pensione e artista della neve. A differenza di Paperino, che si rivela un abilissimo scultore della neve, Beck realizza l'equivalente dei cerchi del grano innevati, con variazioni sabbiose. Le sue composizioni, spesso basate sulla matematica (ad esempio i frattali, citati esplicitamente nell'intervista), sono tutte progettate al computer e sui fogli di carta, in modo da determinare con precisione i passi da compiere sulla superficie innevata, che viene così usata come un vero e proprio foglio bianco!
La storia, invece, , che ho trovato un po' tirata via (com'è rapido Paperino a imparare l'arte del modellare la neve!) si caratterizza soprattutto per il nuovo stile di Picone, che aveva già mostrato nelle pagine di raccordo del recente Classico Disney dedicato alle Giovani Marmotte. Personalmente ritenevo che il disegnatore non fosse Picone, ma in realtà questa storia mostra in maniera evidente un vero e proprio cambio di tratto. Al suo esordio il disegnatore si era presentato come un intiniano, forse un po' più tozzo e pacioso, virando ora in maniera netta e decisa verso un tratto frecceriano. Questo cambio, però, sembra più simile a un nuovo artista da "ricalcare" che non una evoluzione su una scelta di partenza. Il che, al di là della piacevolezza del disegno, è un peccato, perché ora rende Picone decisamente meno riconoscibile rispetto all'esordio. La storia di chiusura, invece, scritta da Danilo Deninotti per i disegni di Francesco D'Ippolito, è un'avventura a solo di Paperino che intraprende un viaggio al Polo Nord che avrebbe dovuto compiere con lo zio Paperone. Oggetto della ricerca è una pepita a forma di palla di neve, e se la cosa vi sembra un po' assurda, la si mette da parte abbastanza velocemente, catapultati nella ricerca tra i ghiacci e le nevi polari.
La storia oscilla tra i cliché tipicamente italiani e la rottura degli stessi, lasciando alla fine un po' l'amaro in bocca.
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