Con Horrifkland Lewis Trondheim affiancato ai disegni (e anche ai colori) da Alexis Nesme, rende omaggio a una particolare categoria di parchi del divertimento: quelli del terrore. L'Horrifikland del titolo è, infatti, un parco a tema fantasmi e ghost story ormai in disuso in una cittadina dal gusto architettonico molto europeo: ricorda, infatti, la tipica città delle Alpi francesi o austriache.
Gli spunti di originalità della storia, però, finiscono qui. Per il resto, infatti, fatte le debite modifiche, la storia ricalca in maniera quasi pedissequa Topolino nella casa dei fantasmi di Floyd Gottfredson, sottraendo al lettore disneyano più esperto qualunque possibilità di potersi stupire in qualche modo dalla lettura.
Le variazioni più interessanti, che quanto meno tolgono la sensazione di essere di fronte a un remake, sono appunto nell'ambientazione e nell'aggiunta di Gambadilegno e del suo primo socio, Silvestro Lupo, protagonisti di buona parte delle gag del volume. L'ambientazione della storia, invece, permette a Trondheim e Nesme di proporre una varietà di situazioni differenti, in qualche modo più divertenti da un lato, e potenzialmente più tese dall'altro (la cosa, però, personalmente non mi sembra molto riuscita) rispetto alla storia di Gottfredson.
E' indubbiamente una storia ben scritta, in cui ritmo e intreccio vengono gestiti nel modo migliore possibile e dove in particolare sul colore Nesme riesce a dare quel qualcosa in più, ma nel complesso la storia, per quanto gradevole, forse non meritava la pubblicazione in un cartonato (diciamo che posso fare la concessione per via dei disegni di Nesme!). Come anche i remake usciti in anni passati su Topolino, anche questa Horrifikland per quanto valida, non è all'altezza dell'originale gottfredsoniano.
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