La pigrizia di questo periodo di festa mi ha fatto rinviare l'articolo sull'ultimo numero del 2023 di Topolino. Nell'idea originale volevo abbinare anche un video di "buon anno", ma per la pigrizia di cui sopra il suo montaggio è, al momento in cui scrivo, fermo all'incirca a metà. Così, per ovviare alla pigrizia e uscire prima del prossimo Topo, mi sto adattando a scrivere dal tablet. Per cui mi scuso per gli errori di battitura e delle imperfezioni nella formattazione, che saranno sistemate dopo la sua prima pubblicazione (e magari ci aggiungo anche il video...).
La prima cosa da rilevare è che un numero di chiusura che vuole celebrare il nuovo anno, semplicemente lo fa solo con il Che aria tira di Silvia Ziche: forse un po' poco, direi...
A livello di storie la piu' sorprendente è Orazio e il flagello Curiazio. Disegnata dal sempre ottimo Lucio Leoni, è perfettamente ritagliata sul suo stile da Francesco Vacca, che dimostra di essere abile anche con foliazioni relativamente limitate. Inoltre con il nome assegnato al cugino di Orazio, mostra la sua passione in particolare per la storia romana.
Il numero, invece, si apre con un nuovo capitolo dei Diari del Klondike di Luca Barbieri, anche questa volta affiancato da un eccellente Francesco D'Ippolito. Ritorno nel Klondike racconta un nuovo spaccato di un periodo della vita di Paperone che oggettivamente sta diventando un po' inflazionato, e questo indipendentemente dalla qualità delle storie, che oggettivamente è piuttosto alta (d'altra parte gli autori sanno che dovrebbero confrontarsi soprattutto con Don Rosa). Poiché il primo confronto "ufficiale" tra Paperone e Famedoro non è mai stato raccontato né da Carl Barks né da Don Rosa, Barbieri decide di raccontarlo ambientandolo proprio nel Klondike. Lo sceneggiatore inserisce un paio di citazioni donrosiane, ma non risolve, e non potrebbe non avendolo risolto nemmeno lo stesso Rosa, il problema sul mancato riconoscimento reciproco dei due dopo il loro primo incontro in Sud Africa quando entrambi usarono un paio di soprannomi (forse Cuordipietra non si presentò: non ricordo esattamente al momento). Ovviamente questo è solo un dettaglio che nulla toglie o aggiunge alla qualita' della storia, anche se personalmente preferisco l'approccio di Kari Korhonen, ma spero di scriverne in futuro.
Il numero si chiude con La giungla delle sorprese, storia egmontiana disegnata da Giorgio Cavazzano su testi di Sune Troelstrup. E' la classica caccia al tesoro paperoniana con il solito Paperino un po' riottoso. Forse a questi nuovi sceneggiatori si dovrebbe far leggere storie come la Cleopatrias Extinta (che non è questo il titolo, ma a me piace identificarla cosi'!), alla quale forse potrei dedicare un video in futuro!
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