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La storia, che si svolge tra Londra e Tokyo, è un thriller magico o mistico. A differenza, per esempio, di un film come La nona porta, in questo caso i poteri mistici sono reali e ben presenti nel corso della vicenda, che ha una trama in alcuni aspetti simile a Black Monday di Jonathan Hickman e Tomm Coker. I protagonisti del manga, infatti, devono confrontarsi con una specie di confraternita rivale costituita da ricchi magnati che vogliono sfruttare la magia per mantenere il loro potere sul mondo e anzi, aumentarlo.
E qui arriva la parte difficile del post: il manga mi ha lasciato un po' perplesso, interdetto quasi, e questo nonostante la tematica interessante e l'uso di una narrazione da thriller. In effetti, nonostante la presenza di elementi in grado di mantenere attaccato il lettore alla pagina, forse una struttura della pagina troppo standardizzata da parte di Yoshimizu non è riuscita a dare quel pathos e quel coinvolgimento necessari. Per contro, però, ci sono stati altri momenti della storia in cui il risultato complessivo era di grande impatto sul lettore, ben supportato dal tratto elegante del mangaka e da un'essenzialità degli sfondi che mette in risalto la "recitazione" dei personaggi.
In sintesi è stata una lettura un po' a scatti, un po' come quando si corre e si alternano momenti di grande sforzo ad altri di rallentamento, questi ultimi non sempre efficaci, almeno nell'economia della storia. Ad ogni buon conto nulla che mi faccia dire che il suo seguito (perché il finale è fondamentalmente aperto) non sarà un mio possibile futuro acquisto quando arriverà.
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