Avevamo lasciato, un paio di mesi fa o giù di lì, il buon Gambadilegno in quel di Ducktopia. Pietro, infatti, con un moto di inusitata generosità, si sacrificò per consentire di sistemare la situazione che si era venuta a creare tra il mondo di paperi e topi e Ducktopia. Ora, con la terza stagione di Ducktopia, Francesco Artibani, Licia Troisi e Francesco D'Ippolito ci riportano in quel mondo fantasy per seguire Topolino, Pippo e Paperino accompagnati da Trudy alla ricerca di Gambadilegno con l'obiettivo di riportarlo indietro.
Ovviamente gli autori ci raccontano delle vere e intuibili motivazioni di Pietro dietro il gesto e di come il ruolo che gli abitanti di Ducktopia gli hanno riservato non gli calza esattamente a pennello, però la felicità di sapere che presto potrà tornare a casa, viene spazzata dal colpo di scena finale, lasciando così il lettore nell'attesa di scoprire come il gruppo di personaggi disneyani riuscirà a ritornare indietro. In parte Il re di Ducktopia è, però, deludente: Gambadilegno, infatti, è più che altro schiacciato dal ruolo che gli viene assegnato e non riesce a utilizzarlo per scopi che sarebbero più consoni al suo personaggio. Si può, d'altro canto, trovare un interessante elemento narrativo che viene enfatizzato più dai disegni di D'Ippolito che non dalle didascalie di Artibani e Troisi: cosa è accaduto a Gamba tra l'inizio di questa storia e il momento in cui Topolino & co. lo hanno finalmente trovato? Perché, a ben vedere i disegni, qualcosa è successo e non è sicuramente una svista se gli autori non ce l'hanno raccontato!
Del resto del sommario, molto interessante è L'artista in crisi di Giulio Gualtieri e Marco Nucci per i disegni di Blasco Pisapia. In questo caso Paperino diventa un famoso artista in una maniera abbastanza casuale. La storia, oltre a riprendere alcune temate dell'arte concettuale e di quella dadaista, soprattutto punta il dito contro i critici d'arte, che alla ricerca di un significato in qualunque gesto umano, creativo o meno, riescono a far assurgere agli onori della cronaca anche ciò che arte non è.
Il numero si chiude con La banconota poco nota di Massimiliano Valentini per i disegni di un ritrovato Danilo Barozzi, che ha snellito il tratto, avviandosi verso una sintesi che in certi punti potrebbe farlo accostare a Roberto Marini, senza però perdere l'espressività e la comicità dei suoi personaggi, in particolare di Paperone. Devo dire, però, che alcune vignette mi sono sembrate eccessivamente forzate, come se il disegnatore fosse alla ricerca ossessiva di uno stile nuovo. Nell'ottica di questo rinnovamento del tratto, Pico è, invece, il personaggio più efficace, diventando in qualche modo più elegante e vicino al Pico di Alessandro Pastrovicchio.
Chiudo questo post con la meritoria operazione condotta da Davide Del Gusto che è riuscito a portare sulle pagine di Topolino una storia di Daan Jippes, nello specifico La sfida dei biscotti pubblicata in Olanda nel 2011. La storia è anche corredata da un articoletto introduttivo e da una lunga e interessante intervista al fumettista olandese. Se il primo intento dell'operazione è proprio quello di presentare un autore come Jippes ai lettori di Topolino, che non sempre spaziano su altre testate, il secondo, quello di pubblicizzare l'Almanacco Topolino, si scontra con il fatto che in questo momento è disponibile in edicola ancora il numero di fine 2023, ovviamente in quelle edicole che lo hanno ancora a disposizione, perdendo così l'opportunità di essere un lancio per un numero più fresco. Certo qualunque iniziativa per diffondere quella che allo stato attuale è la miglior rivista disneyana in circolazione è, comunque, ben accetta!
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