Il riferimento del titolo della recensione di questo numero di Topolino è per la storia, in due parti, Zio Paperone e la terribile Banda Bassotti di Vito Stabile e Carlo Limido.
Stabile, da grande conoscitore dell'opera dei grandi autori disneyani, decide di recuperare la temibilità dei Bassotti che si è via via annacquata man mano che la temibile banda di ladri è stata utilizzata sempre di più dai vari autori disneyani. La Banda Bassotti fa il suo esordio nel periodo in cui Carl Barks sta ancora cercando di costruire il mondo di Paperone, compreso il luogo dove contenere la sua incredibile collezione di monete. All'inizio, infatti, Paperone non ha un deposito come lo conosciamo oggi, e così in qualche modo l'esordio dei Bassotti ne La banda dei segugi è naturalmente un esordio di successo per i ladri con il numero di matricola sulle maglie. Anche con la successiva La ghiacciata dei dollari i Bassotti riescono a portare a termine un nuovo piano di rapina, dimostrando di essere degli avversari non solo irriducibili, ma persino in grado di mettere in difficoltà il più duro dei duri.
Due anni più tardi nel 1953 ecco la storia che, in qualche modo, viene citata nel titolo della storia di Stabile e Limido, Zio Paperone e la Banda Bassotti in cui viene mostrato, per la prima e unica volta, un deposito a forma di silos sferico (a voler essere pignoli ci saranno altre due variazioni sferiche negli anni successivi, almeno nelle storie barksiane). In questo caso a trarre d'impaccio Paperone da un nuovo tentativo di rapina che sembra andare a buon fine ci penserà la vecchia Numero Uno, il primo decino di Paperone che fa il suo esordio proprio in questa storia.
La storia che però è la punta di diamante della carriera dei Bassotti, oltre che la più caratterizzante per Paperone, e che peraltro viene citata da Stabile nel corso della storia, è La disfida dei dollari, Only a poor old man in originale. Pubblicata nel 1952 su One Shots #386, il primo numero non ufficiale di Uncle Scrooge, che infatti dopo altri tre numeri sperimentali sempre su One Shots diventa una testata indipendente esordiendo con il #4.
Determinare il momento del declino della Banda è relativamente semplice e può essere attribuito in particolare all'uscita di una testata a loro dedicata, The Beagle Boys, pubblicata tra il 1964 e il 1980, in cui gli altri autori disneyani statunitensi introdussero una caratterizzazione per certi versi macchiettistica e ridanciana, non molto diversa da quella del Macchia Nera dello stesso periodo pubblicato sempre sui comic book USA. Di fatto, a parte pochi autori, la maggior parte dei fumettisti interpretarono le storie in uscita sui comic book per un pubblico più giovane rispetto alle classiche daily strip e sunday page.
Questa interpretazione, con il tempo, venne accolta anche dagli autori italiani, dove però venivano pubblicati alcuni capisaldi dell'opera di Romano Scarpa, storie come L'isola di Ula-Ula o Le lenticchie di Babilonia, in cui Scarpa riprendeva i Bassotti di Barks con i loro piani complessi e di successo. O quasi. Da cui Paperone riesce a riprendersi solo grazie all'ingegno e alla determinazione e non per via della superficialità dei Bassotti stessi.
Ed è proprio per riprendere i fasti di un'epoca ormai passata che Nonno Bassotto idea un piano di assedio psicologico ai danni di Paperone. Stabile costruisce un vero e proprio noir (qui inteso come genere dai forti risvolti psicologici), una storia alla Derrick, ma con i Bassotti nel ruolo del personaggio interpretato da Horst Tappert.
Alla fine è un vero e proprio ritorno alle origini, quello dei Bassotti di Stabile, che rilancia la sfida tra Paperone da un lato e Capitan Bassotto e nipoti dall'altro.
Nel resto del sommario troviamo Profondo blu, cover story del numero e penultimo episodio de La ciurma del Sole Nero di Marco Gervasio, in cui Topolino e la sua ciurma si trovano coinvolti in una storia decisamente startrekkiana che si conclude con un piccolo sprazzo di speranza per questi vagabondi stellari.
Spero di dedicare più spazio alla serie in occasione dell'ultimo episodio. Nel frattempo, visto che a Il club della racchetta di Giulio Gualtieri e Marco Mazzarello, storia dedicata al padel, spero di dedicare il prossimo video in uscita nei prossimi giorni, direi che possiamo chiudere qui questa recensione quasi monotematica!
Nessun commento:
Posta un commento