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venerdì 24 settembre 2010

L'apprendista stregone e le bobine di Tesla

E' recentemente uscito ai cinema il film fantasy L'apprendista stregone, produzione Disney. Il protagonista è un giovane fisico, laureando per la precisione, che ha ereditato attraverso una qualche linea genetica ormai persa nel tempo i poteri di Merlino. A venire a reclutarlo nella lotta secolare contro i seguaci di Morgana, l'arcinemica di Merlino, è Balthazar, interpretato da Nicolas Cage, uno dei tre discepoli di Merlino.
Se il primo incontro tra Mickey... pardon David, interpretato da Jay Baruchel, e l'anello di Merlino ricorda quello tra Saphyra e Eragon nel primo, omonimo romanzo della serie, l'intero impianto della storia oscilla tra Harry Potter, Earthsea e molti dei canoni classici del fantasy. La vera novità è che il protagonista è un fisico, quindi possiede anche conoscenze scientifiche, come i protagonisti della saga di Darthmore della Zimmer-Bradley.
David, come detto, è un fisico e sta preparando una tesi sulle bobine di Tesla: a tale scopo ha ottenuto, grazie al suo relatore, l'uso di una stazione abbandonata della metropolitana, dove può condurre in tranquillità i suoi esperimenti sull'elettromagnetismo. Cosa sono, però, le bobine di Tesla?
Il grande Nikola Tesla, uno dei più brillanti inventori a cavallo tra il XIX e il XX secolo, dai molteplici interessi, associato da molti disinformatori scientifici a una gran varietà di progetti segretissimi e incredibili, ideò questi particolari e giganteschi trasformatori risonanti, in grado di generare dei veri e propri fulmini, proprio come quelli che scaturiscono dalle nuvole cariche di pioggia.
Si legge, poi, sulla wiki che...
Tesla usò queste bobine per condurre innovativi esperimenti sulla luce elettrica, fluorescenza, raggi X, fenomeni di corrente alternata ad alta frequenza, elettroterapia, trasmissione di segnali elettrici e di energia elettrica senza fili.
Una delle prime descrizioni di una bobina di Tesla si trova in Induction Coils: How to make, use, and repair them:
Le bobine utilizzate da Nikola Tesla sono così numerose e varie che diventa un compito difficile descrivere un modo per costruirle che incontrerà i bisogni di coloro che domandano riguardo alle bobine di Tesla. L'American Electrician ne fornisce una descrizione dove un vaso di vetro, di 6 pollici x 8 pollici, è avvolto da 60-80 giri di un filo n. 18 B & S del filo, e il tutto è immerso in un recipiente contenente olio di lino o olio minerale.(1)
Per la figura 11 le specifiche sono le seguenti
La bobina secondaria, 300 giri di un filo magnetico coperto di seta, avvolto su un tubo o un'asta di gomma, e le estremità incassate in un tubo di vetro o di gomma. Questa è inserita nella primaria, che consiste di due bobine, ognuna di 20 giri di un filo di gomma n. 16 B & S, avvolti separatamente su un lungo tubo di gomma di meno di mezzo pollice di spessore. L'ultimo tubo deve essere sufficientemente grande da essere libero quando la bobina secondaria è inserita in esoa, e deve sporgere di almeno 2 pollici oltre le estremità della secondaria. Una divisione in gomma deve essere posta tra queste bobine primarie. Le quattro estremità delle ultime bobine sono collegate a due condensatori C C e a due palle scarica-cariche D D, i fili secondari saranno l'apparato espositivo.(2)
Più avanti il libro descrive il così detto effetto Tesla:
Gli effetti di risonanza ottenuti durante il funzionamento di una bobina di Tesla sono molto interessanti, e il loro studio ha condotto alla soluzione dei problemi di comunicazione tra due punti distanti senza l'uso di altri mezzi conduttivi se non l'atmosfera.(3)
Come potete leggere, dunque, sono questi gli studi di Tesla che lo portarono in attrito con Marconi, anche se
Ma il principale utilizzo per cui le correnti di Tesla sono state presentate è l'illuminazione artificiale.(4)