Stomachion

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lunedì 1 settembre 2008

Piccoli racconti di misoginia

Immagine di Piccoli racconti di misoginiaTante piccole donne protagoniste di 17 piccoli racconti di quel genio del noir che è Patricia Highsmith. Piccoli racconti di misoginia è una raccolta di tipologie di donne, ognuna diversa, ognuna con una piccola mania, una piccola follia sua personale. La Highsmith, l'ideatrice di Mr.Ripley, realizza una serie di affreschi femminili vividi e reali, semplici e terribili al tempo stesso: scava nell'animo umano, in particolare in quello femminile, mettendo in crisi la nostra stessa società moderna, nonostante i racconti siano di una trenitina di anni fa a poco più. Il quadro che ne esce, con il rapporto contrastante tra donne e uomini, o quello, a volte di solidarietà a volte di constrasto, tra donne e donne, o le complicità tra donne o tra donne e uomini, è decisamente sconfortante: molte delle donne descritte e buona parte della società statunitense degli anni Settanta non vengono descritti in modo molto edificante.
Se si ama il noir, non si può prescindere dalla Highsmith, e solo così si potrà capire perché la parola noir è troppo abusata al giorno d'oggi: non tutto quello che leggiamo può entrare in questa classificazione, anche perché non tutto quello che leggiamo può stare al passo dell'autrice statunitense.
Buone letture a tutti!

sabato 31 luglio 2004

L'osservatore

Cliffie, l'osservatore passivo. Lui non sbagliava mai, naturalmente, dato che non si faceva coinvolgere, che si teneva sempre in disparte, in qualunque situazione. Se non ci si dedicava mai a niente, come si faceva a sbagliare?

(dal Diario di Edith, di Patricia Highsmith, trad.Marisa Caramella)

domenica 18 luglio 2004

Arrivederci

Il dottor Speck, un uomo di mezza età, con gli avambracci muscolosi, spinse forte le dita nei fianchi di Mildew, mentre la gatta stava ferma, docile, sul tavolo bianco. Il dottore sembrava imbarazzato. Poi guardò Edith negli occhi.
"La gatta ha un tumore al fegato... mi dispiace."
"Ne è sicuro?" chiese Edith.
"Riesco a sentirlo," disse il dottor Speck.
"Bé... è possibile operarla?"
Il dottor Speck scosse la testa e fece un sorriso breve, dispiaciuto. "Non alla sua età, capisce? Con una cosa come questa... povera vecchia Mildew," disse, premendo i fianchi della gatta con dita leggere, chino su di lei. La conosceva da anni. "E' una questione di età, capisce, Mrs.Howland? Non c'è niente da fare."
Melanie era lì accanto, e disse: "Oh, Edith, mi dispiace."
Edith era sconvolta. Passarono alcuni secondi, un minuto. Edith continuò a parlare, rispondendo alle osservazioni e alle domande del veterinario, ma si sentiva lontana mille miglia, le sembrava di essere lì lì per svenire. Il veterinario stava suggerendo di fare un'iniezione a Mildew, subito, non avrebbe sentito niente. E Edith dovette acconsentire. Non c'era altro da fare. Non voleva che Mildew soffrisse. Eppure era successo tutto così all'improvviso.

(dal Diario di Edith, di Patricia Highsmith, trad.Marisa Caramella)

venerdì 5 dicembre 2003

First published in 1975

Edith finì di attaccare i francobolli sulle buste delle lettere di sollecito, infilò un foglio nella macchina e scrisse:

Quelli che sostengono che la vita umana è sacra considerano la quantità più importante della qualità, e lo ammettono, anche. Forse, se fossero stati presenti alla tragedia del Titanic, avrebbero tirato fuori tutti i naufraghi dall'acqua per infilarli nelle scialuppe di salvataggio insufficienti al grido di "La vita è sacra!", sovraccaricandole e facendole affondare. Ma anche noi viviamo su una nave, l'Astronave Terra, e allora vogliamo affondare per il troppo peso? Mi saprebbero dire, i difensori a oltranza del Feto, che cosa avrebbero fatto se si fossero trovati su una scialuppa del Titanic... al sicuro, cioè abbastanza comodi, fortunati, e con buone probabilità di sopravvivere?

Necessitava di qualche correzione, ma l'idea c'era.

(dal Diario di Edith, di Patricia Highsmith, trad.Marisa Caramella)

mercoledì 10 settembre 2003

Il mondo è cambiato... O no?

(siamo nel Giugno 1967)
Ma Edith non riusciva a sopportare oltre quella conversazione, e si alzò con la scusa che era l'ora del notiziario. Accese il televisore. Arabi e israeliani erano in guerra. Il notiziario di mezzogiorno, che Edith aveva ascoltato preparando la colazione, aveva detto che gli israeliani stavano colpendo le basi aeree arabe con incredibile precisione. Melanie ascoltò il breve notiziario, ma non con lo stesso interesse di Edith. Edith sapeva che la mente di Melanie era in gran parte occupata dai suoi problemi. Alle notizie sulla guerra ne seguirono altre su un concorso di bellezza in Florida, e Edith spense l'apparecchio.

(dal Diario di Edith, di Patricia Highsmith, trad.Marisa Caramella)