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sabato 20 novembre 2021

L'impostore: Un Batman alternativo, ma non troppo

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Uno dei punti di forza di un personaggio come Batman è la sua flessibilità nel calarsi in storie di tutti i generi, da quelle di investigazione, all'azione pura, senza dimenticare l'orrore, il fantastico, la fantascienza. Inoltre una delle storie fondamentali per il rilancio del personaggio e per una svolta più realistica di tutto il genere supereroistico è stata proprio Il ritorno del Cavaliere Oscuro, storia fuori continuity di Frank Miller.
E in un certo senzo The Imposter è una storia fuori continuity, come ben si comprende da alcuni riferimenti leggermente differenti rispetto alla storia usuale di Batman: il primo e forse fondamentale è con Leslie Thompkins che non solo cambia etnia, ma soprattutto specializzazione. Non è più iul medico d'emergenza che ha aperto una clinica nel quartiere più malfamato di Ghotam, ma una psicologa. E anche se il legame con il piccolo Bruce parte sempre dall'infanzia, in questo caso il suo lavoro è quello di dargli il supporto psicologico per la perdita dei genitori prima, e poi nel corso della sua battaglia contro il crimine nei panni di Batman.
La storia, infatti, parte con la scoperta di Leslie della vera identità dell'eroe. Inoltre nel corso della storia scopriamo che sono passati tre anni da quando Batman è giunto in città. E Robin non opera accanto a lui.
Sono dunque questi gli elementi che spingono a ritenere la storia sostanzialmente fuori continuity, ma questo non è certo un problema, ma anzi un modo per liberarsi un po' dalla necessità di doversi confrontare con la storia pregressa del personaggio per concentrarsi, invece, sulla trama proposta al lettore e, soprattutto, sul Cavaliere Oscuro.