Stomachion

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sabato 10 settembre 2011

Tra wavu, timu e TzeTze

Grazie a Ernesto, ho scoperto che Beppe Grillo ha aperto un nuovo progetto, TzeTze, una sorta di ennesimo aggregatore di notizie, del quale forse non si sentiva proprio la mancanza. Quello di Grillo, del quale scriverò più sotto un paio di righe per quel che riguarda i dettagli tecnici sull'inserimento di codici di segnalazione, come ho fatto di recente, non è però l'unico prodotto innovativo recente che ha la pretesa di voler far emergere il contenuto di qualità. In questo senso molto più interessanti sembrano invece essere un paio di proposte provenienti dalla Fondazione <ahref, che vede tra i promotori Luca De Biase. La fondazione ha recentemente varato wavu e timu, due progetti diversi ma con la medesima finalità di portare in evidenza le cose interessanti e di qualità.
Wavu, che se tanto mi da tanto probabilmente viene dallo swahili, come timu, è un aggregatore di notizie (categoria che, nonostante il Panda, va ultimamente tanto di moda) il cui nome evoca wave, onda, che poi è anche il nome di un vecchio progetto di Google (che ancora non è stato chiuso, anche se è di fatto morto). In effetti l'aggregatore è suddiviso in sezioni, ognuna delle quali aggiornata con dei link che arrivano uno via l'altro proprio come delle onde. Ha tre sezioni che aggregano materiale dalla rete: reporter, glocal e crossmedia e due sezioni di twitter provenienti dall'Italia e dal Mondo. L'ultima sezione è costituita da contenuti prodotti dalla Fondazione, immagino, e raccolti nella sezione post dove vengono proposte delle raccolte di link su un dato argomento.
Su Wavu, però, ho un solo dubbio. La fondazione scrive
Wavu aggrega in modo automatico articoli pubblicati su internet.
Sarebbe interessante capire se l'aggregazione automatica viene fatta su un database ristretto di fonti o su alcune specifiche query di ricerca, come ad esempio le etichette nel boxino dei temi dal mondo, e soprattutto se si basa sugli algoritimi di ricerca o se aggiunge un qualche filtro semantico per raffinare i risultati (nonostante filtri semantici dovrebbero già essere in funzione su Google). Ad ogni modo Wavu, che non si basa sulle segnalazioni degli utenti né su iscrizioni di blog, è un progetto sicuramente da tenere d'occhio.
Altrettanto interessante è Tofu, segnalato anche da Peppe, che possiamo considerare come una sorta di piattaforma per la produzione di materiale giornalistico. Come ha ben spiegato Peppe, Timu è una via di mezzo tra Storify e Dipity, e ha l'intenzione in questo caso di produrre del materiale giornalisticamente valido che segua alcuni canoni fondamentali. L'idea è dunque quella di un progetto consapevole, come Wikipedia, ma nel quale si sostituisce l'autocontrollo con il controllo da parte della Fondazione (date un'occhiata alle condizioni d'uso), e anche in questo caso il progetto va tenuto d'occhio. Sembra partire già maturo e consistente, anche più dello stesso Wavu o della mosca TzeTze di Grillo, di cui vado ad occuparmi.