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Nel frattempo Genuardi, intenzionato a tutti i costi a ottenere la concessione, non esita prima a chiedere aiuto a un vecchio amico, quindi a tradirlo per un mafioso quando l'aiuto del suo amico non si rivela sufficiente. Alla fine Genuardi si trova preso, quasi ignaro, tra carabinieri e prefetto da un lato, e la mafia dall'altro, il tutto tra gag e situazioni assurde, fino all'incredibile finale.
Tecnicamente il romanzo è quanto di più originale sia uscito in questi anni: alternando capitoli con lo scambio epistolare tra i protagonisti a capitoli di soli dialoghi senza alcuna descrizione, Camilleri costruisce un passo dopo l'altro una vicenda interessante e divertente, il tutto senza dimenticare il suo amato dialetto siciliano. I dialoghi, molto teatrali, sono poi così vividi e intensi che non hanno veramente bisogno di alcuna descrizione: un piccolo capolavoro che non può mancare nella libreria di nessun amante di Camilleri (e non solo!).
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