Per la serie Gli Incontri con i protagonisti, ieri sera alle 18:00 allo Spazio Eventi della Mondadori di Piazza Duomo si è tenuto in incontro di presentazione sullo spettacolo teatrale Gomorra, che giunge a Milano dove verrà rappresentato fino al 9 Novembre al Teatro Leonardo. All'incontro, presentato da Antonio Calbi, hanno partecipato Mario Gelardi, regista e co-autore dello spettacolo insieme a Saviano, Gianni Barbacetto, giornalista, Ferdinando Bruni, direttore artistico di Teatridithalia e Sergio Escobar, giunto con alcuni minuti di ritardo, direttore del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa.
L'incontro è iniziato con l'assenza/presenza aleggiante di Roberto Saviano che, a causa dei recenti eventi che lo hanno spinto a inviare una lettera a Repubblica, ha deciso di non presentarsi all'incontro. In un certo senso al suo posto si è presentato Gianni Barbacetto e alla fin fine suoi e di Gelardi gli interventi più lunghi e appassionati, anche se interessanti sono anche state le idee messe nella discussione da Escobar e le testimonianze degli attori dello spettacolo.
In sintesi Gelardi racconta delle genesi dell'opera: iniziata quando ancora Saviano stava concludendo il testo del libro, viene costantemente revisionata per tenerla aggiornata e al passo con una realtà in costante evoluzione. In questo senso, a un certo punto, un appassionato Gelardi si scaglia contro certa critica per sottolineare le sue idee: non era sua intenzione quella di presnetare un prodotto artistico intriso di metafore e quant'altro, ma una rappresentazione quanto più fedele possibile della realtà. Egli, e con lui Saviano, voleva andare al cuore del problema, in maniera diretta e senza compromessi. Si accoda a Gelardi Escobar che esalta le qualità di denuncia e di istigazione alla discussione dell'opera teatrale nel suo complesso.
Degno di nota e accolto da una pioggia di applausi l'intervento di Barbacetto, sullo stesso tenore del suo articolo uscito nel blog di Franca Rame: omicidi in stile mafioso, arrivo della 'ndrangheta, della camorra, di cosa nostra in quel di Milano per gestire affari e politica, nomi e cognomi citati senza problemi (vedi anche La camorra torna a uccidere). Ciò che resta interessante e che durante l'intervento di Barbacetto balza subito agli occhi è come simili omicidi di mafia non sono mai presenti nelle cronache nazionali, quando invece stragi in Calabria, Sicilia, Campania, o stragi internazionali a loro ascrivibili, sono spesso presentate al pubblico, così come le corrispondenti azioni di polizia. Le indagini e gli arresti e gli omicidi mafiosi nel nord Italia e in particolare in Lombardia non vengono mai comunicati all'opinione pubblica. E pensare che ho passato, fino ad ora, poco più di sei mesi qui a Milano, e solo in un'occasione mi sono accorto di un omicidio di 'ndragheta in zona! Tra l'altro, per assurdo, le ultime notizie criminose sulle 'ndrine a Milano le ho apprese quest'estate, una volta rientrato a Cosenza, sulle pagine di CalabriaOra, che ha dedicato una serie di servizi alle attività criminali calabresi nel capoluogo lombardo (vedi, ad esempio, la morte di Carmelo Novella, o l'inchiesta su Buccinasco, nell'hinterland milanese, considerata la Platì del Nord).
La cosa più bella dell'incontro, oltre ai commenti sull'irrisolto problema della spazzatura a Napoli (solo perché si sono ripuliti i quartieri in, non vuol dire che il problema è stato risolto), sono stati, appunto, gli applausi a Barbacetto: personalmente mi sarei aspettato una fuga generale da parte degli spettatori, cosa che, invece, non è avvenuta.
Alla fine un bell'incontro, una discussione animata e interessante, conclusa con le testimonianze degli attori e poche e sintetiche domande da parte del pubblico.
Se potrò (cosa molto difficile), cercherò di andare a vedere lo spettacolo teatrale, dopo aver letto il libro e visto il film, e in ogni caso consiglio anche a voi una delle esperienze più multimediali in assoluto che si possono fare in questo momento: indipendentemente da quello che pensate di Saviano e del suo intervento a Matrix dell'altra sera, ciò che dice non è comunque meno giusto o meno vero, purtroppo.
Vedi anche: Solidarietà per Roberto Saviano
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