Qualcosa di simile, anche se inserita in un romanzo di tenore diverso, avviene in Apocalisse tascabile, recentemente proposto dalla Mondadori per la prima volta in Italia su Urania n.1539.
Tre i protagonisti negativi della vicenda: gli armamenti nucleari, Gerald Brown e Peter Schumacher. Sui primi ben poco c'è da aggiungere: vediamo, quindi, gli altri due.
Brown, invece, è un arrivista della marina, secondo su un sommergibile agli ordini del capitano John Q. Johnson. Una sera, in preda all'ira e ai fumi dell'alcool, uccide il capitano e, per evitare la corte marziale, decide di trasformarsi nel primo pirata nucleare sottomarino della storia. La sua sete di potere, il suo desiderio di apparire sempre e comunque sui giornali, di essere sulla bocca di tutti, dall'uomo della strada ai governanti dei paesi civilizzati, lo spinge a una serie di ricatti prima agli Stati Uniti, poi alle altre nazioni in modo da ottenere soldi, liquori e donne.
Schumacher, invece, è, in un certo senso, il prodotto della reazione del governo statunitense alla nascita di Brown: per evitare il ripetersi di un nuovo caso Polar Lion (così si chiama il sottomarino pirata), le alte sfere decidono di mettere nelle posizioni di responsabilità persone di alta rettitudine morale e comprovata fede cristiana. Purtroppo uno di questi è proprio Peter Schumacher, un fanatico religioso che, credendo che i suoi sogni sono messaggi divini, inizia una crociata contro la corruzione imponendo ai vari governi di promulgare leggi proibizioniste con l'alcool e ogni altro genere di vizi.
Roshwald, polacco di genitori ebrei, lascia a un altro immigrato, il professore tedesco Wilheim Apfelbaum, americanizzato in William Applebaum, il compito di rappresentare il suo pensiero:
Queste due famigerate diserzioni, se viste nella prospettiva della storia umana, simbolizzano ed esemplificano le due maggiori espressioni del dinamismo storico. La Crociata Nucleare [quella di Schumacher] è il simbolo della fede, la fede militante, come forza nella storia.
Naturalmente possiamo affermare che si tratta di una falsa fede, di un dogma distorto, della religione di un folle. Sono assolutamente d'accordo, ma sfortunatamente nella storia non hanno peso le nostre valutazioni razionali. Alla storia non importa se una credenza è giusta o sbagliata, sensata o folle. Ciò che importa è se la credenza è forte o debole, se brandisce una spada, o un missile, o meno. Quindi Peter Schumacher è nello stesso gruppo di Maometto, Torquemada e Robespierre. Tutti questi uomini volevano salvarci in modi diversi, anche se non tutti volevano essere salvati.
Sì, signore e signori, Schumacher è un moderno Savonarola... lo stesso tipo di uomo, lo stesso genere di forza storica. Sfortunatamente è un Savonarola con i denti.
D'altro lato il Polar Lion rappresenta il simbolo della brama di potere come forza nella storia. Gerald Brown, signore e signori, vuole il potere per amore del potere. Lui, come Alessandro o Napoleone, non si preoccupa di salvare gli uomini o di convertirli al "giusto" credo. Come i suoi predecessori vuole brandire il potere.
Fino a poco fa il Polar Lion sembrava una semplice nave di piacere per criminali. Ma era un'impressione fuorviante. Gerald Brown può anche aver assecondato il suo equipaggio... ai soldati è sempre stata data la possibilità di razziare e, be', di divertirsi. Ma Brown vuole il potere per amore del potere, come dimostra chiaramente il suo recente ultimatum. [vuole sposare la figlia del presidente USA]
Quale dei due fattori ha più importanza nella storia dell'umanità? Quale domina il tempestoso fluire del tempo chiamato storia? La ricerca del potere o la volontà di salvare? La brama di governare o la determinazione a convertire? La forza o la fede?
Sono queste due valutazioni della storia dell'uomo che, accostate alla storia recente e alla luce soprattutto della conclusione del romanzo, rendono Apocalisse tascabile assolutamente, drammaticamente attuale, nonostante i toni meno drammatici e, se vogliamo, a tratti più umoristici di quest'ultimo romanzo rispetto al precedente Livello 7, decisamente più claustrofobico e intimista. Comunque il discorso di Applebaum, perfetto e lucido sotto ogni accademico aspetto, manca dell'ultimo spunto, dell'ultima osservazione, quella che in un certo senso ogni scienziato si rifiuta di fornire parlando, ad esempio, dei cambiamenti climatici, e Roshwald la lascia a un allievo del professore, Dick Nelson:
Be', penso di essere d'accordo con quello che ha detto il professore, ma non mi piace il modo in cui esprime le sue idee. Per esempio ha parlato delle "due maggiori espressioni del dinamismo storico", quindi si potrebbe pensare che sia rimasto elettrizzato da questo dinamismo. Non si rende conto che potrebbe ridurre lui, e noi, a pezzi?
E di fronte all'osservazione della moglie Ann del distacco da studioso tenuto da Applebaum, Dick conclude:
E' proprio questo il problema con questi maledetti studiosi... hanno una visione distaccata. Talmente distaccata da non essere quasi umana. Quale delle due, la volontà di convertire o la brama di potere, è più potente? chiede. Dovrebbe chiedere quale delle due è più pericolosa. Non siamo ancora su Marte a osservare la giungla o il manicomio umano o quello che si vede da un telescopio. Noi siamo nella giungla e dentro il manicomio. Con gli animali in libertà e i pazzi a piede libero!
Pensieri inquietanti e terribli, tanto quanto il finale di Apocalisse tascabile, finale ancora più inquietante, se vogliamo, di quello di Livello 7, parole che soprattutto nascondono un monito e un invito, che dovremmo tener da conto a maggior ragione ora visti i tempi che viviamo.
Un romanzo che fa riflettere, un romanzo che non può mancare nella libreria di ogni amante della fantascienza e della letteratura in generale.
(i passi citati sono tradotti da Flora Staglianò)
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