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P.S.: ho provato il metodo e direi che funziona, entro i limiti degli errori che si possono commettere piegando un foglio di carta!
La meccanica quantistica è certamente imponente. Ma una voce interiore mi dice che non è ancora reale. La teoria dice molto, ma non ci conduce realmente più vicino al segreto del "grande vecchio". Io, in ogni caso, sono convinto che Egli non gioca a dadi(1).Einstein, però, non contento, insieme con Boris Podolsky e Nathan Rosen scrisse un famoso articolo(2) noto come il paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen. L'idea dell'articolo era quella di dimostrare l'incompletezza della meccanica quantistica come descrizione matematica della realtà.
Ogni seria considerazione di una teoria fisica deve tenere da conto la distinzione tra la realtà oggettiva, che è indipendente da ogni teoria, e i concetti fisici con cui la teoria opera.(2)È evidente sin da subito la difficoltà nell'intendere l'interpretazione statistica della meccanica quantistica come una realtà fisicamente oggettiva. Per dimostrare che questa interpretazione è almeno incompleta, i tre distinguono tra due casi differenti(2) (opposti nella loro visione):
Mentre abbiamo così mostrato che la funzione d’onda non fornisce una descrizione completa della realtà fisica, lasciamo aperta la questione se esista o meno una descrizione di tale genere. Crediamo, comunque, che una tale teoria è possibile.(2)
Partiamo con tante tazze quante sono le persone. Le tazze vengono sistemate in cerchio e ogni persona siede all'interno della propria tazza.Ovviamente il gioco del Cappellaio riesce meglio se si utilizzano le tazze giganti di una giostra, a meno di non utilizzare i biscotti cambia dimensioni. Ad ogni modo, Alice, alla fine della descrizione del gioco, si chiede:
Alla fine del primo giro, si alzano tutti, una delle tazze viene rimossa, quindi tutti si siedono in un nuovo posto. Ogni tazza deve essere occupata da almeno una persona, così al secondo giro ci sarà una tazza con due persone all'interno. Dopo questo giro un'altra tazza scompare e alla fine, quando c'è giusto una tazza, nessuno sarà solo!(1)