Lo so che ho saltato la recensione del secondo volume, ma spero mi possiate perdonare per questo salto diretto al terzo volume. Ricapitoliamo molto velocemente: Becky Kumar, la protagonista di Nomen Omen, bellissimo proggetto di Marco Bucci e Jacopo Camagni, scopre di essere una strega. Lo scopre, però, nel modo peggiore possibile: il re delle fate, Taranis Dragotempesta, le strappa il cuore. La volontà di vivere di Becky, unita con i suoi poteri, la porta però a restare in vita, anche se ha il tempo agli sgoccioli: se non vuole morire per sempre, deve riprendersi il cuore prima che il re delle fate lo usi per un rituale magico di grande potenza che porta nel cuore di New York il suo regno, rendendolo manifesto a tutti gli esseri umani.
C'è un che di supereroistico in tutto ciò: un po' ricorda la serie di Thor scritta da Dan Jurgens quando a un certo punto Asgard scese letteralmente sulla Terra (anche se poi ciò si rivelò una storia immaginaria), mentre i poteri di Becky si sviluppano a un livello che ricorda Lanterna Verde (i lettori di più lunga data potrebbero concludere che in realtà la ragazza è la figlia di Alan Scott, la prima Lanterna Verde!).
Dal punto di vista della scrittura Bucci passa da un registro gaimaniano a uno più morrisoniano, non solo per il ritmo di lettura, che si fa più serrato, ma anche per la struttura del piano di Becky che sembra uscito da un classico fumetto di Grant Morrison. Ottima, come già nei due volumi precedenti, la prova di Camagni che rappresenta in maniera spettacolare le invenzioni fantastiche di Bucci. Il tutto per un prodotto come sempre al top, tanto da aver meritato la pubblicazione negli Stati Uniti grazie alla Image Comics: luce verde su tutti i fronti!
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