Inventore statunitense nato il 18 marzo del 1905 a Zanesville, Ohio da una ricca famiglia di costruttori, si interessa all'elettronica sin da piccolo. I suoi genitori assecondarono questa inclinazione, acquistandogli gli strumenti per condurre i suoi esperimenti.
Iniziò a interessarsi all'elettro-gravità durante il liceo. Tra il 1922 e il 1923 frequentò la Doane Academy, una scuola preparatoria alla Denison University, laureandosi nel giugno 1923. Nell'autunno di quell'anno entrò al California Institute of Technology, dove ha avuto qualche problema con le richieste che il CalTech chiede alle sue matricole: per permettergli di superar queste difficoltà, i genitori attrezzarono per Thomas un laboratorio privato nella casa di famiglia di Pasadena. Fu qui che fornì le prime dimostrazioni sulle sue idee riguardo elettricità e gravità ad alcuni ospiti selezionali, tra cui Robert Millikan, che proprio quell'anno aveva vinto il Premio Nobel per la fisica per la misura della carica elettrica elementare e per i suoi contributi all'effetto fotoelettrico.
Millikan, senza troppi giri di parole, consigliò a Townsend di abbandonare le sue idee e concentrarsi nella conclusione dei suoi studi universitari. Il ragazzo, però, abbandonò il CalTech alla fine del suo primo anno, per poi tornare alla Denison nel 1924, dove però rimase anche lì per un anno. Di quel periodo Townsend afferma di aver condotto una serie di esperimenti insieme con il professore di astronomia Paul Alfred Biefeld, ma negli archivi dell'università non si trova alcuna traccia di questi esperimenti, né di un'eventuale legame tra Townsend e Biefeld.
Il motivo per cui oggi vi scrivo di Thomas Townsend è il suo annuncio di aver realizzato un motore ad anti-gravità. La storia ha inizio nel 1921, quando il giovane Brown, facendo esperimento con un tubo di Coolidge (un tubo a vuoto a raggi X) osservò un effetto insolito: posizionandolo su una bilancia con l'elettrodo positivo verso l'alto, accendendo il tubo la sua massa sembrava diminuire, mentre quando l'elettrodo positivo del tubo era rivolto verso il basso, la sua massa sembrava aumentare. Questi risultati lo convinsero di avers coperto un qualche modo per influenzare elettricamente la gravità. Dopo aver cercato invano di convincere i suoi professori del CalTech di aver scoperto qualcosa di nuovo, Townsend si fece avanti con la stampa e il 26 maggio del 1924 il Los Angeles Evening Express pubblicò l'articolo Claims Gravity is a Push, not a Pull.
A Brown, anche dopo l'anno presso la Denison, non restava che continuare i lavori presso il suo laboratorio domestico, dove sviluppò il "gravitatore" o gravitor, per il quale ottenne un brevetto britannico nel 1928. Era così convinto di essere in grado di controllare la gravità che nel 1929 uscì l'articolo How I Control Gravity su Science and Invention: secondo lui i suoi dispositivi erano in grado di produrre una forza misteriosa in grado di interagire con la gravità. Nel suo articolo immaginava anche applicazioni future della sua invenzione, come dei gravitatori in grado di spingere transatlantici di centinaia di tonnellate o una sorta di "automobili spaziali" in grado di viaggiare fino a Marte.
I sogni fantascientifici di Brown si scontarono, però, con la dura realtà: l'inventore provò in tutti i modi a "piazzare" il gravitor proponendolo ora alla General Motors ora al Naval Research Laboratory. Cercò anche di dare un nome accattivante all'effetto che credeva di aver scoperto, come elettrogavità, e a un certo punto anche un nome un po' più scientifico come "effetto Biefeld-Brown", con l'evidente speranza di poter avere un appoggio da Biefeld.
Ha anche realizzato diverse dimostrazioni per i militari sia in patria, sia in Europa (Inghilterra e Francia), ovviamente tutte senza riscontri positivi.
Quella che, almeno da un punto di vista scientifico, possiamo considerare la conclusione della vicenda è un articolo di un anonimo giornalista del 1952 pubblicato sul Canyon Crier in cui il fisico Stanley Frankel del CalTech si riferisce al fenomeno come al così detto vento elettrico:
E' un esperimento usuale in ogni laboratorio scolastico del paese. La scarica della corona riscalda l'aria e il vento risultante spinge l'oggetto.Ulteriori studi sui dispositivi di Brown sostanzialmente confermarono quel parere di Frankel: il gravitor, infatti, si basava proprio sul vento ionico, un fenomeno elettroidrodinamico che sostanzialmente funziona come descritto dal fisico del CalTech.
Alla fine, più che di un ciarlatano, possiamo parlare di Thomas Townsed come di un inventore così convinto di ciò che aveva scoperto da non riuscire a mettersi nemmeno in discussione, cosa che lo distingue, in negativo, rispetto a coloro che sono entrati di diritto nella storia della scienza, gente come Galileo Galilei o Charles Darwin.
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