Il numero che celebra
Dante Alighieri con una
ristampa d'eccezione ci propone in apertura (e come
cover story) il ritorno del
Papersera secondo
Corrado Mastantuono. In questa occasione l'autore riprende un personaggio già proposto nella serie, Roy Bretella, in una storia che può essere considerata di riscatto, amicizia e fiducia ritrovate. E il fatto che sia la meno divertente di tutte alla fine è un vantaggio, visto che in questo modo riesce a sottolineare meglio proprio il tema portante della storia. D'altra parte i protagonisti della storia sono proprio Roy Bretella e soprattutto Paperone, con Paperino e Paperoga semplici spalle a fungere da intermezzo comico.
Il resto del sommario propone la conclusione di due storie a puntate. Parliamo prima de
I segreti del deposito, la storia di
Alessandro Sisti e
Giuseppe Facciotto abbinata al nuovo
gadget componibile di
Topolino. Ovviamente niente da dire sul finale, che vede la solita conclusione per i Bassotti, ma in generale la saga è risultata fresca e interessante, con un'ottima presenza scenica da parte di Battista, valorizzato come personaggio come accade in poche occasioni. In particolare la spiegazione di come il maggiordomo di Paperone abbia scoperto il piano dei Bassotti risulta quasi sorprendete e forse approfondisce le qualità di Battista almeno quando è stato in grado di fare
Sisto Nigro nel corso de
I tesori del grande blu.
L'ombra di Mister Vertigo, invece, risulta alla fine un po' noiosa:
Marco Nucci, dopo aver spesso gestito in maniera troppo frettolosa le seconde puntate delle precedenti storie della saga, ora, che in un certo senso serve a poco visto che Vertigo è in carcere, si prende il tempo per sviluppare un suo possibile ritorno in grande stile. La cosa, però, inizia a diventare un po' stucchevole, soprattutto perché questo Topolino sembra diventare sempre più ossessionato, forse troppo. Interessante, nel finale, l'introduzione di Orson Kane, che porta su
Topolino la versione
disneyzzata di un altro grande del cinema,
Orson Welles. Visualizzato in maniera
gottfredsoniana da un ottimo
Ottavio Panaro, in questo caso viene presentato da Nucci come editore, proprio come il
Charles Foster Kane di
Quarto potere. Certo, però, quando gli ammiccamenti
pop sono gli elementi più interessanti e non il di più della storia, forse la storia stessa non ha proprio colto nel segno.
Insomma Nucci, dopo aver stravolto Gastone, con l'idea di renderlo più simpatico, ha rovinato Macchia Nera e ora sta anche rovinando Topolino: se non fosse impossibile, visto che sono storie
disneyane, sembra quasi che il talentuoso sceneggiatore voglia portare Topolino al manicomio, forse l'unica direzione possibile che potrebbe risollevare l'intero progetto Vertigo.
Ultima menzione doverosa per il Malachia di
Roberto Gagnor ed
Enrico Faccini che ne
Il felino vendicatore si rivela un osso particolarmente duro per i poveri Bassotti. Che si stia preparando un futuro
alla Asso per il gatto di Paperino? Sarebbe una bella variazione rispetto alle storie
paperinikiane un po' telefonate di
Marco Gervasio.
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