Philip Dick ha toccato vari aspetti della fantascienza: romanzi postapocalittici, storie di androidi, esplorazione dello spazio, contatti con gli alieni e distopie. In quest'ultimo campo ricade Redenzione immorale, romanzo ambientato in un'ipotetico futuro dominato da un regime totalitario instauratosi nel 1985 dopo una terribile guerra nucleare che ha devastato il Giappone. Vale la pena ricordare che le bome nucleari di Hiroshima e Nagasaki che segnarono la conclusione ufficiale della seconda guerra mondiale vennero sganciate ad agosto 1945, mentre il romanzo di Dick venne pubblicato nel 1956. Nella situazione di tensione che si era generata dopo il conflitto, Dick mise insieme alcuni pezzi piuttosto iconici come il Giappone e il disastro nucleare, trasformando l'isola di Hokkaido in particolare come al tempo stesso simbolo del disastro e della distruzione, ma anche punto di partenza per la ribellione silenziosa dei singoli contro un regime che non solo non tollera le trasgressioni, ma si ammanta dietro la difesa strenua delle convenzioni sociali come baluardo contro la barbarie. Basti pensare che viene considerata trasgressione qualsiasi atto di gentilezza e prossimità fuori dal matrimonio, fino ad arrivare a considerare anche un semplice bacio un atto sessuale.
Ovviamente i piccoli atti di ribellione raccontati da Dick nel romanzo vanno da quelli innocui, come ritrovare libri proibiti dalle macerie di Hokkaido al vilipendio contro la statua del maggiore Streiter, fondatore del regime "gentile" che domina il pianeta. E' interessante notare come, ancora una volta, Dick mostra come qualunque regime che vuole sopprimere o controllare i difetti degli esseri umani, non fa altro che esaltarli, perseguendo atti sostanzialmente innocui solo perché ritenuti lesivi dell'equilibrio sociale. In questa situazione spicca in particolare il rapporto tra Allen Purcell e la moglie, che è il più solido in assoluto tra tutte le coppie protagoniste dei romanzi di Dick: non sono una coppia perfetta, hanno anche loro difetti e momenti di crisi, ma Allen ha nel complesso un ottimo rapporto con la moglie e non la tradisce neanche avendone l'occasione (e viceversa) a differenza di quanto avviene in altri romanzi.
Nel complesso è il tipico romanzo dickiano, con un personaggio al tempo stesso fragile ma forte e determinato, raccontato con stile asciutto e veloce: un romanzo che, come al solito, scorre e, pur tra le mille divagazioni e peripezie di Allen, alla fine arriva dritto al cuore dei difetti dell'uomo.
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