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Lo sceneggiatore di Crisis prosegue con la sottotrama del Cerchio, un misterioso gruppo di esseri mutanti che dopo aver cercato di reclutare Superman nel loro gruppo con le "buone" (un controllo telepatico cui l'azzurrone è riuscito a resistere), ora ha deciso di ucciderlo. L'attacco ideato dal gruppo si va a intrecciare con l'affare personale che Clark Kent sta intrecciando con Cat Grant, giunto a uno stato per cui Clark decide di intervenire nei panni di Superman per aiutare l'affascinante collega. La storia, dunque, approfondisce un altro aspetto del personaggio che non era sfruttato nell'era pre-Crisis come il limite tra Clark Kent e Superman, quella linea sottile dove finisce il primo e inizia il secondo. D'altra parte è lo stesso personaggio a chiederselo nell'ultima vignetta:
Sono Clark Kent o sono Superman? In passato ho evitato di pensarlo, ma ora devo farlo.
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Su Superman #6, invece, si conclude la saga iniziata sul numero scorso dove si scopre che la gigantesca mummia affrontata da Clark Kent nel finale della storia precedente è un gigantesco robot degli H'V'Ler'Ni, un'antica razza di abitanti della Terra che era dovuta andare via dal nostro pianeta a causa dei microbi presenti sui corpi degli esseri umani primitivi, usati come schiavi da questo popolo, forse alieno o forse no. Ad ogni buon conto un gruppo di H'V'Ler'Ni era rimasto sulla Terra mantenendo in stasi le proprie coscienze all'interno di questo robot, per poi riversare alcune di esse, quelle dei capi, all'interno dei corpi dei componenti della spedizione archeologica. La storia di Byrne racconta di questa sfida (e vittoria) di Superman contro questi "invasori" (o dominatori), ma l'aspetto interessante è la narrazione a incastro di flashback dentro flashback, dimostrando, qualora ce ne fosse bisogno, il passo in più di Byrne rispetto ad altri colleghi dell'epoca.
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In Tutte le guerre devono finire il trio affronta l'armata di invasione spaziale di Thanagar che si dirige contro la Terra per vendicarsi del tradimento di Hawkman stesso. La sfida, che detta così sembra piuttoto impari, viene risolta grazie a un piccolo difetto strategico all'interno della flotta thanagariana che permette di teletrasportare le astronavi lontane dalla Terra a distanza di sicurezza. Il problema è che persino Superman viene catapultato chissà dove.
A raccoglierlo a ben quattrocentomila anni luce dalla Terra ci pensa Arisia, una delle Lanterne Verdi, che lo trasporta fino alla base di un ristretto gruppo del Corpo che sta cercando di trovare una nuova casa ai Theril, una specie di lombrichi intelligenti rimasti senza pianeta dopo Crisis. La ricerca del nuovo pianeta, però, si incrocia anche con una nuova minaccia al pianeta Terra direttamente collegata con Action Comics #585 (vedi l'articolo Il ritorno di Superman Classic).
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La minaccia alla Terra, infatti, proviene dal pezzo del nostro pianeta maledetto dalla magia che Superman aveva lanciato nello spazio profondo, ma che evidentemente non era così profondo visto che si era ritrovato in rotta di collisione con la Terra. Il terreno, interagendo probabilmente con le radiazioni solari e con i residui magici rimasti al suo interno, ha prodotto una sorta di giganteschi microbi spaziali che, come una sorta di sistema immunitario, hanno reagito all'azione offensiva di Superman e delle Lanterne Verdi. Questi ultimi, allora, hanno compattato l'agglomerato utilizzando una grande quantità di energia, che dobbiamo considerare di ordine stellare, soprattutto considerando che la trasformazione del sistema in un planetoide è avvenuta in tempi decisamente brevi. Basti considerare che, secondo la teoria della nebulosa solare, i residui di gas e polvere che si trovano a orbitare intorno a una stella neonata impiegano tra i 100000 e i 300000 anni per compattarsi in una serie di protopianeti (o planetoidi) prima dell'era di grandi collisioni che porta alla formazione dei pianeti rocciosi.
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Ancora una volta il Superman di Byrne spicca rispetto ad altri fumetti coevi e non solo anche per una non scontata cura nei confronti di dettagli scientifici non banali.
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