A un certo punto lo studente Christopher Strachey riuscì a consultare una copia del Programmers' Handbook for Manchester Electronic Computer Mark II di Turing (Mark I e Mark II erano i due computer del laboratorio di Turing) e da provetto pianista si interessò immediatamente alla parte del manuale relativa alla produzione di note musicali. Il risultato del suo studio del manuale fu la scrittura del programma per computer più lungo dell'epoca che il giovane e talentuoso Strachey sottopose allo stesso Turing. Il ragazzo era abbastanza noto nell'ambiente, così il matematico concesse al giovane l'uso del Mark II per una notte. Il giorno dopo il Mark II produsse le note dell'inno nazionale britannico!
Il commento di Turing fu uno dei suoi più loquaci, a quanto pare:
Goo showE dopo qualche settimana Strachey ricevette una lettera di assunzione presso il laboratorio di Manchester di Turing.
Era il 1951 quando tutto questo accadeva, lo stesso anno in cui la troupe della BBC da cui siamo partiti si recava proprio in quel laboratorio lì, per registrare, come avrete capito, i suoni prodotti da un computer. Il Mark II, per la precisione, si esibì nell'esecuzione di tre spezzoni tratti dall'inno nazionale britannico, dalla ninna nanna Baa, Baa, Black Sheep e da In the Mood, pezzo jazz del 1939 di Glenn Miller.
Non si sa se tutti e tre i codici che hanno generato la musica registrata dalla BBC furono scritti da Strachey. Dopo il suo arrivo al laboratorio, infatti, molti altri dei ricercatori del Computing Machine Laboratory iniziarono a produrre programmi per generare suoni con il computer. E' anzi probabile che un po' tutti giocavano con i codici dei colleghi, modificandoli per ottenere delle note quanto più simili a quelle dei pezzi originali, in un vero e proprio proto-sviluppo di codice open.
E quei suoni registrati ormai settanta anni fa dalla BBC sono stati recuperati e restaurati all'incirca cinque anni fa, e così possiamo oggi riascoltarli:
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