Stomachion

sabato 11 giugno 2022

Scherzare con Superman

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Più che in ritardo con la recensione sono proprio in ritardo con la lettura. Infatti il 16.mo numero della raccolta del Superman di John Byrne ho finito di leggerlo solo dopo aver acquistato il 17.mo numero, rendendomi conto in quel momento che non avevo ancora finito quello del mese precedente! Per cui cercherò di essere quanto più breve e veloce possibile, visto anche che ormai questo 16.mo numero può essere recuperato solo come arretrato.
Il sommario si apre con l'esordio nella silver age di Prankster, un tipetto assurdo, quasi surreale. Dietro questo nome si nasconde Oswald Loomis, conduttore della televisione per bambini prossimo a essere allontanato perché il suo programma ha meno successo delle nuove proposte dell'epoca, tipo i Masters of the universe, cui fa riferimento lo stesso Loomis con la battuta:
Cartoni che sono solo pubblicità di giocattoli!
Ad ogni modo il lavoro migliore di Byrne nella storia è proprio nella caratterizzazione di Loomis, che emerge come un personaggio completamente folle, non solo per l'assurdità delle armi usate contro Superman (ad esempio un gigantesco fiore che spruzza acqua), ma soprattutto perché questo piano il conduttore televisivo aveva iniziato a prepararlo diversi anni prima. Anche la caratterizzazione visiva del personaggio risulta efficacissima: da una parte abbiamo una bocca quasi sdentata e un aspetto quasi innocuo, dall'altro, anche grazie all'inchiostrazione molto marcata di Karl Kesel non mancano i primi e i primissimi piani che danno a Loomis un'aurea folle e inquietante.
Piccolo dettaglio: il capo di Loomis, Morgan Edge, viene mostrato in una vignetta con una figura gigantesca in ombra alle sue spalle: è Darkseid, che usa il magnate televisivo per controllare l'organizzazione criminale dell'Intergang.
Dal punto di vista politico e sociale, la storia più interessante è quella che segue subito dopo, Soldatini di stagno da Adventures #439, come sempre disegnata da Jerry Ordway. In questo caso, infatti, Byrne mette il lettore di fronte al classico gruppo paramilitare non ufficiale che spesso finisce nei film e telefilm complottisti, basato essenzialmente su gruppi analoghi ma decisamente meno organizzati di come mostrato nella storia di Byrne. Questa, però, ha comunque il merito di mostrare una periferia statunitense decisamente molto reazionaria, quasi folle, almeno fino al punto di mettersi contro lo stesso Superman. Che in questa storia, compie anche un esperimento interessante: non potendo sempre essere d'appertutto, decide di sperimentare un super-robot in grado di impersonarlo nel caso sia necessario. L'esperimento, però, non avrà un grande successo.
Sempre di robot parla l'episodio successivo, un nuovo tem-up con i Metal Men uscito su Action Comics #599. Anche in questo caso Byrne si limita a scrivere la storia e inchiostrarla insieme con Keith Williams, visto che i disegni sono affidati a Ross Andru, creatore grafico dei Metal Men. La storia è un seguito diretto del team-up precedente e in questo caso vede coinvolto anche Lex Luthor, che cerca di mettere le mani sui Metal Men di Eric Magnus per usarli contro Superman. La cosa, però, non gli riesce, e questo essenzialmente perché non possiede le stesse capacità, almeno nel campo della robotica, del già citato dottor Magnus. E questo dettaglio, alla fine, risulta piuttosto interessante, considerando che spesso Luthor viene tratteggiato come un genio assoluto e infallibile, non fosse per la sua ossessione nei confronti proprio di Superman.
Il numero si conclude in maniera relativamente tranquilla con il ritorno di Silver Banshee, personaggio che Byrne rende un pochino più interessante introducendo il fratello, un omone irlandese probabilmente che va a Metropolis per riportarla a casa, ma anche stuzzicando il lettore con qualche sprazzo di informazioni sulla vita passata della ragazza.

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