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lunedì 1 maggio 2023

Topolino #3518: Dispersi

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Alla ricerca di un titolo che potesse sintetizzare al meglio il Topolino #3518, la cui recensione arriva in ritardo per quanto raccontato ieri, ecco l'idea che mette insieme tutto, o quanto meno le prime due storie a sommario: il primo episodio della cover story Le isole della cometa di Pietro Zemelo e Alex Bertani per i disegni di Nico Picone e Una traversata pericolosa, primo episodio di una nuova storia temporale, La via della storia di Francesco Artibani e Alessandro Perina.
Partiamo dalla storia d'apertura: il titolo del primo episodio, Flight oo1, ha una evidente ispirazione manga, visto che molti fumetti giapponesi presentano come titoli non il classico "Capitolo 1, 2 ecc.", ma un nome che in qualche modo è legato alla tematica della storia. In questo caso è evidente il riferimento, visto che il protagonista, Mick, interpretato ovviamente da Topolino, viaggia su un piccolo aereo che, a causa di una tempesta, è costretto a un atterraggio di fortuna su una delle isole dell'arcipelago delle Rodent. Inizia, quindi, una storia in cui Mick prova in tutti i modi ad abbandonare l'isola di Cotton, su cui è atterrato, e l'arcipelago per un non motivo non ancora chiaro. Qui trova ospitalità presso Dippo e suo zio Salud, interpretati rispettivamente da Pippo e Sfrizzo. Tra l'altro anche Salud, che nel suo hangar ha un piccolo aereoplano che ha bisogno di riparazioni, ha un segreto nascosto legato a un personaggio omonimo del nostro Mick. I due sceneggiatori, poi, per rendere ancora più complessa la situazione, inseriscono due ricercatori, uno dei quali interpretato da Minni, che sembra stiano facendo studi geologici o qualcosa del genere nell'arcipelago.
Interessante, poi, come la presenza di una cometa nell'incipit non solo promette di essere qualcosa di più di un elemento utile per dare un bel titolo alla saga, ma fornisce un'ottima occasione per un articolo ricco di spunti e curiosità sulle comete redatto da Francesca Agrati.
Gli altri dispersi del numero sono, poi, Pippo e Zapotec che intraprendono insieme, a causa dell'impossibilità di Topolino, una missione nell'Antica Roma lungo la via Appia, detta la regina di tutte le vie. Come ricorda nelle interviste successive alla storia stessa l'archeologa Angela Maria Ferroni, è la prima strada della storia a essere stata costruita non semplicemente per collegare due punti del territorio, ma per fornire anche una serie di servizi ai viaggiatori, come le pietre miliari o dei punti di sosta. La storia, dunque, che vede anche la consulenza, non accreditata, di Giuseppe Ceraudo, è ricca di interessanti elementi storici, che passano al lettore per bocca del buon Zapotec. Ovviamente l'imprevisto, che è il sale di tutte le buone avventure, costringerà Topolino a tornare indietro nel tempo per recuperare i suoi amici. Questo, però, è solo il primo episodio di una serie che, purtroppo, non proseguirà settimana prossima, cosa che personalmente trovo un po' limitante per la fruizione della storia stessa.
Del resto del sommario mi sembra quasi obbligatorio scrivere due righe su L'amico perfetto, disegnata da una Giulia Lomurno sempre più limidana.
Giovanni Di Gregorio sembra aver trovato un ambiente perfetto nel laboratorio di Archiede, visto che è questa la seconda storia con il vulcanico inventore paperopolese che propone ai lettori di Topolino. E non va molto lontano dalla precedente, visto che il buon Pitagorico costruisce una nuova intelligenza artificiale, basata su se stesso, inserita all'interno di un vero e proprio robot. Ci sono diversi punti interessanti, sia quelli legati alla discussione su quanto le intelligenze artificiali possano farci dimenticare le cose importanti della vita, come il rapporto con amici e parenti, ma anche alcune collaterali di genere sceintifico, come nella vignetta in cui Archimede e il suo amico artificiale lasciano ai lettori due delle equazioni più importanti per la meccanica quantistica come il principio di indeterminazione di Heisenberg e l'equazione di Schrodinger.
Interessante, infine, proprio il modo in cui Newton manda in tilt l'intelligenza: non con la classica e ovvia domanda sull'uovo e la gallina, ma con una domanda personale su Archimede, cosa che in qualche modo conferma proprio la lettura della storia che davo all'inizio.
Al momento in cui sto scrivendo queste note sono al lavoro sul nuovo video disneyano, dedicato soprattutto a questa storia, e che spero di mettere on-line domani. Ad ogni buon conto non mi resta che citare, in chiusura, l'ultima storia del numero, la divertente storia clacistica La leggenda da salvare di Rudy Salvagnini e Graziano Barbaro. La storia, che in effetti importa, come molte storie calcistiche prodotte in Italia e più in generale in Europa e in Brasile, elementi tipici di quei paesi calcistici, ma che non sono (o non dovrebbero essere) presenti, almeno non ancora, nel calcio statunitense, presenta un riferimento interessante allo status di Paperino come allenatore calcistico: in linea con quanto narrato da Il torneo delle 100 porte in poi, il nostro esplicitamente afferma di avere il patentino per allenare i giovani e non gli adulti. E questo dettagli da valore non solo alla storia, ma anche al lavoro della redazione che cerca di far inserire agli autori elementi comuni, e anche a Salvagnini che, in virtù della sua storia fumettistica, avrebbe potuto tranquillamente rifiutare di inserire il riferimento, sebbene la sua importanza narrativa all'interno della storia mi fa, anzi, pensare che Salvagnini sia, ancora oggi, un attento lettore di Topolino!

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