Benjamin è uno sceneggiatore alle prime armi. Ha scritto un cortometraggio in collaborazione con Ross Goodwin, che gli ha semplicemente fornito i dati necessari, come ore e ore di film di fantascienza e non solo. Una volta conclusa la fase di scrittura, il film è stato girato dal regista Oscar Sharp e interpretato da Thomas Middleditch, Elisabeth Gray e Humphrey Ker. La particolarità di Benjamin è di essere una rete neurale artificiale.
Grazie ai suoi studi che portarono alla costruzione di Colossus, si può considerare Alan Turing uno degli ispiratori non solo per la creazione del computer, ma anche per gli studi sullo sviluppo di un’intelligenza artificiale. Il test di Turing era uno dei primi tentativi di ideare un sistema per verificare se un’intelligenza programmata da un essere umano fosse in grado di risultare indistinguibile da una umana. I ricercatori che, però, vanno considerati i veri iniziatori degli studi nel campo sono Warren McCulloch e Walter Pitts che nel 1943 svilupparono un modello di calcolo per reti neurali(1), che aprì la strada a due differenti approcci nello studio dell’intelligenza: da un lato quello sui processi biologici all’interno del cervello e dall’altro lo studio di reti neurali artificiali.
Stomachion
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martedì 6 giugno 2017
Le argentee teste d'uovo
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venerdì 14 novembre 2008
Fritz lo scrittore
Fritz Leiber, scrittore di fantascienza e fantasy statunitense, nasce nel dicembre del 1910 per poi lasciarci nel 1992, a settembre. Scrittore lucido, lo conosco, per ora, solo per due romanzi fantascientifici, un recupero e l'ultima uscita di Urania Collezione.
In effetti ho trovato non poche analogie tra Lieber e un altro grande maestro del genere da me adorato: Heinlein. Come quest'ultimo, Leiber preferisce scrivere un romanzo ricco di eventi in cui le idee sono seminate qua e là, piccole ma forti: in questo modo sembrano quasi spiccare più che se l'intero romanzo fosse centrato su esse. Esempio lampante è Novilunio, il primo del dittico. In questo caso il punto di partenza è l'avvicinarsi minaccioso di un pianeta Vagabondo abitato da una razza di felinidi. Leiber, grazie a una narrazione lucida e fitta, in cui si concentra con salti di scene tra vari protagonisti, da una parte descrive gli effetti di una gravità esterna superiore a quella della Luna, distrutta dal nuovo ospite, dall'altra gli effetti psicologici sulle persone. Il romanzo, alla fine, risulta splendido, ben orchestrato, probabilmente il punto d'origine per molti romanzi successivi, come ad esempio il recente Il quinto giorno di Schatzing (col quale condivide la vena catastrofista) e può essere sintetizzato con questa semplice frase:
Un po' diverso il discorso su Il Grande Tempo, romanzo atipico incentrato sui viaggi nel tempo. L'impianto del tutto è più che altro un noir un po' fantasy un po' fantascientifico. Leiber, che non si dilunga più di tanto sui caratteri tecnologici della storia, rinchiude in una stanza un gruppo di persone (sembra quasi il Grande Fratello, vero?), viaggiatorminii del tempo e intrattenitori, e li costringe a interrogarsi sul significato della guerra e della vita. Le lotte e le discussioni interne, le sfide che si lanciano uno con l'altro, aumentano la tensione all'interno del gruppo fino alle fasi finali, con una conclusione positiva per tutti i protagonisti, che però per essere giunti a quel finale saranno costretti a perdere qualcosa di loro stessi.
In effetti ho trovato non poche analogie tra Lieber e un altro grande maestro del genere da me adorato: Heinlein. Come quest'ultimo, Leiber preferisce scrivere un romanzo ricco di eventi in cui le idee sono seminate qua e là, piccole ma forti: in questo modo sembrano quasi spiccare più che se l'intero romanzo fosse centrato su esse. Esempio lampante è Novilunio, il primo del dittico. In questo caso il punto di partenza è l'avvicinarsi minaccioso di un pianeta Vagabondo abitato da una razza di felinidi. Leiber, grazie a una narrazione lucida e fitta, in cui si concentra con salti di scene tra vari protagonisti, da una parte descrive gli effetti di una gravità esterna superiore a quella della Luna, distrutta dal nuovo ospite, dall'altra gli effetti psicologici sulle persone. Il romanzo, alla fine, risulta splendido, ben orchestrato, probabilmente il punto d'origine per molti romanzi successivi, come ad esempio il recente Il quinto giorno di Schatzing (col quale condivide la vena catastrofista) e può essere sintetizzato con questa semplice frase:
Un romanzo sulla fine e sul sovraffollamento del mondo, un romanzo sullo sfruttamento degli uomini sugli uomini e delle risorse.
Un romanzo immancabile.Un po' diverso il discorso su Il Grande Tempo, romanzo atipico incentrato sui viaggi nel tempo. L'impianto del tutto è più che altro un noir un po' fantasy un po' fantascientifico. Leiber, che non si dilunga più di tanto sui caratteri tecnologici della storia, rinchiude in una stanza un gruppo di persone (sembra quasi il Grande Fratello, vero?), viaggiatorminii del tempo e intrattenitori, e li costringe a interrogarsi sul significato della guerra e della vita. Le lotte e le discussioni interne, le sfide che si lanciano uno con l'altro, aumentano la tensione all'interno del gruppo fino alle fasi finali, con una conclusione positiva per tutti i protagonisti, che però per essere giunti a quel finale saranno costretti a perdere qualcosa di loro stessi.
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