Stomachion

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venerdì 24 settembre 2004

Ridere della verità

"(...) (l'Anticristo) non viene dalla tribù di Giuda come vogliono i suoi annunciatori, né da un paese lontano. L'Anticristo può nascere dalla stessa pietà, dall'eccessivo amor di Dio o della verità, come l'eretico nasce dal santo e l'indemoniato dal veggente. Temi, Adso, i profeti e coloro disposti a morire per la verità, ché di solito fan morire moltissimi con loro, spesso prima di loro, talvolta al posto loro. (...) Forse il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità, fare ridere la verità, perché l'unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità."

(Guglielmo, dal Manoscritto di Adso, Il nome della Rosa, pag.494, Umberto Eco)

giovedì 3 giugno 2004

Differenze

Guglielmo era stato indubbiamente insinuante, aveva cercato di dirgli che c'era poca differenza tra la sua fede mistica (e ortodossa) e la fede distorta degli eretici.

(dal manoscritto di Adso, dal Nome della Rosa, di Umberto Eco, pag.130)

giovedì 8 aprile 2004

Leggere

(...) e ora che Guglielmo - coi suoi nuovi vetri sul naso - poteva attardarsi a leggere i libri, a ogni titolo che scopriva prorompeva in esclamazioni di allegrezza, o perché conosceva l'opera, o perché da tempo la cercava o infine perché non l'aveva mai sentita menzionare ed era oltremodo eccitato e incuriosito. Insomma, ogni libro era per lui come un animale favoloso che egli incontrasse in una terra sconosciuta.

(dal manoscritto di Adso, Il Nome della Rosa, pag.313 - Umberto Eco)

giovedì 8 gennaio 2004

La città

La città in Italia è una cosa diversa che dalle mie parti... Non è solo un luogo per abitare: è un luogo per decidere, sono sempre tutti in piazza, contano più i magistrati cittadini che l'imperatore o il papa. Sono... come tanti regni...

(Adso, da Il nome della Rosa, pag.133, di Umberto Eco)

domenica 21 dicembre 2003

Libri

I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica ma cosa vuol dire, idea che i vecchi commentatori dei libri sacri avevano chiarissima.
(Guglielmo, da Il Nome della Rosa, di Umberto Eco, pag.319)

domenica 5 ottobre 2003

Spesso i libri parlano di altri libri

(Guglielmo, da Il nome della Rosa, pag.289 - Umberto Eco)

(...) rispose Jorge " (...) come hai indovinato che si trattava del secondo libro di Aristotele?"

(si narra che Aristotele, dopo aver scritto un libro sulla tragedia - il primo libro sulla Poetica - scrisse anche un libro sulla commedia)

(Guglielmo espone a Jorge il processo logico che lo ha condotto a capire quale fosse il libro proibito che così bene ha protetto e in che misura è in grado di ricostruirne il contenuto. Al che Jorge chiede:)
"L'hai ricostruito leggendo altri libri?"
"Su molti dei quali stava lavorando Venanzio. Credo che Venanzio fosse da tempo alla ricerca di questo libro."

(dal manoscritto di Adso, Il nome della Rosa, pag.475 - sempre Umberto Eco!)

martedì 16 settembre 2003

Sono Pazzi Questi Inglesi!

Adso: E questo? E' Aldhelm di Malmesbury, sentite questa pagina: Primitus pantorum procerum poematorum pio potissimum paternoque presertim privilegio panegiricum poemataque passim prosatori sub polo promulgatas... Le parole cominciano tutte con la stessa lettera!
Guglielmo: Gli uomini delle mie isole sono tutti un poco pazzi

(da Il nome della Rosa, di Umberto Eco, pag.314)

giovedì 11 settembre 2003

Sono tra noi... da secoli...

"E abbiamo bruciato e saccheggiato perché avevamo eletto la povertà a legge universale e avevamo il diritto di appropriarci delle ricchezze illegittime degli altri, e volevamo colpire al cuore la trama di avidità che si estendeva da parrocchia a parrocchia, ma non abbiamo mai saccheggiato per possedere, né ucciso per saccheggiare, uccidevamo per punire, per purificare gli impuri attraverso il sangue, forse eravamo presi da un desiderio smodato di giustizia, si pecca anche per eccesso d'amor di Dio, per sovrabbondanza di perfezione, noi eravamo la vera congregazione spirituale inviata dal Signore e riservata alla gloria degli ultimi tempi, cercavamo il nostro premio in paradiso anticipando i tempi della vostra distruzione, noi soli eravamo gli apostoli di Cristo, tutti gli altri avevano tradito, e Gherardo Segalelli era stato una pianta divina, planta Dei pullulans in radice fidei, la nostra regola ci veniva direttamente da Dio, non da voi cani dannati, predicatori bugiardi che spargete intorno l'odore dello zolfo e non quello dell'incenso, cani vili, carogne putride, corvi, servi della (bip) di Avignone, promessi che siete alla perdizione! Allora io credevo, e anche il nostro corpo si era redento, ed eravamo la spada del Signore, bisognava pure uccidere degli innocenti per potervi uccidere tutti al più presto. Noi volevamo un mondo migliore, di pace e gentilezza, e la felicità per tutti, noi volevamo uccidere la guerra che voi portavate con la vostra avidità, perché ci rimproverate se per stabilire la giustizia e la felicità abbiamo dovuto versare un pò di sangue... è... è che non ce ne voleva molto, per fare presto, e valeva la pena di fare rossa tutta l'acqua del Carnasco, quel giorno a Stavello, era anche sangue nostro, non ci risparmiavamo, sangue nostro e sangue vostro, tanto tanto, subito subito, i tempi della profezia di Dolcino erano stretti, bisognava affrettare il corso degli eventi..."

(Remigio da Varagine, cellario, al processo inquisitorio istituito da Bernardo Gui nel monastero in cui si svolge la vicenda de Il nome della rosa, pagg.387-388 - Umberto Eco)

Il mondo sembra che sia sempre stato diviso tra coloro che odiano e coloro che sono odiati (questi, a loro volta, sembrano odiare); il mondo ha sempre avuto gente che soffre, ma questa gente non ha sempre avuto il desiderio di uccidere e far soffrire altri; il mondo ha sempre avuto gente che ha lottato per la libertà dalla tirannia, da leggi ingiuste, dalla povertà e la storia ha ricordato (tranne rari casi) solo gli assassini, coloro che hanno versato sangue in nome degli ideali (ma alla fin fine i veri promotori agivano per puro e semplice interesse).
Da sempre coloro che si sentono derelitti, isolati, dimenticati dal mondo, e che decidono di ribellarsi con le armi e la violenza, decidono che, nella loro azione di purga totale, non possono guardare in faccia a nessuno, non possono pensare che stanno sacrificando gente innocente, perché la cosa più importante è l'ideale che rappresentano: la sua vittoria vale il sacrificio della propria vita e di quella di chi non ha colpa.
C'è stata nel passato gente come Remigio, e c'è ancora: gli sforzi della società civile non devono, però, essere votati verso azioni di vendetta o di giustizia violenta, ma verso la comprensione delle motivazioni, verso un giudizio lucido e sereno e, soprattutto, è necessario ricordare tutti gli innocenti morti nella lotta, solo perché erano sulla strada di questi guerrieri.
Anche una sola persona è importante... anche una singola vita è preziosa e va difesa...

mercoledì 6 agosto 2003

Il Nome della Rosa (2)

Giunti che siamo alla fine, possiamo quindi dire che siamo rimasti piacevolmente esaltati dal romanzo di Eco!!!
Bando ai formalismi, la prima cosa che colpisce è il nome dei due personaggi principali: Gugliemo da Baskerville e Adso, il suo discepolo. Il buon Guglielmo, forse non a caso, proviene da Baskerville, località nella quale è ambientato uno dei migliori (se non il migliore) romanzo di Conan Doyle sulla serie di Scherlock Holmes. Evidente, a questo punto, la voglia di fare un confronto tra Adso e Watson (che assonanza!): in questa sfida a distanza, il perdente è proprio il giovane novizio, che sembra imparare poco dal suo maestro, a differenza del buon dottore che riceve una pur piccola influenza dall'amico che gli consente di reggere, ne Il mastino dei Baskerville, buona parte del romanzo da solo.
Sembra, quindi, che il romanzo abbia, tra i tanti ispiratori, anche il grandissimo Holmes. E la sensazione che ciò sia vero aumento leggendo questo passo:

Certo che è assurdo. Ma non dobbiamo trascurare nessuna ipotesi, per straordinaria che sia.
(Gluglielmo da Baskerville, pag.267, XLVII edizione)

Non è proprio quello che è solito dire il grande detective britannico, ma si ci avvicina!
La sfida, comunque, che i nostri eroi devono affrontare si dipana nell'arco di sette giorni, tra un monaco morto ed una discussione sulla dottrina cristiana e la politica europea (in aprticolare italiana) del tempo fino alla conclusione che, chi ha visto il film, conosce già, ma che è certamente molto più appagante leggere.
Potrà, nelle prossime settimane, accadere che, su questi lidi, approderanno alcune frasi prese qua e là dalle pagine del romanzo di Eco... per cui restate sintonizzati!

sabato 2 agosto 2003

Il Nome della Rosa (1)

Prima di Q di Luther Blissett, Il nome della Rosa, il romanzo che giusto oggi ho iniziato a leggere.
Sono bastate le prime righe a far capire come il romanzo sia decisamente migliore del già ben fatto film (tratto proprio dall'opera di Eco) e spero che il resto del romanzo non tradisca le attese!