Anni dopo aver letto l'esilarante Sistema riproduttivo, ritrovo su una bancarella il divertente e umoristico, per quanto non altrettanto esilarante, Robot fuorilegge sempre di John Sladek.
Con un omaggio al Mago di Oz, il protagonista e narratore in prima persona è il robot Tik-Tok. Vive in un non meglio imprecisato anno del terzo millennio e, come tutti i robot, è, o dovrebbe essere soggetto ai circuiti asimov, che costringono gli assistenti meccanici dell'umanità a seguire le direttive delle tre leggi della robotica ideate da Isaac Asimov. C'è solo un problema in Tik-Tok: per un qualche motivo, non meglio precisato (anche se un'idea il lettore se la può fare), il robot protagonista del romanzo riesce ad aggirare la programmazione dei circuiti asimov e inizia a uccidere, dipingere, copulare, progettare rapine e atti di terrorismo, provare odio e ambizione, insomma inizia a essere un po' più umano.
Sladek non ha, però, alcuna intenzione di cavalcare la tigre della paura dell'intelligenza artificiale (o forse un po' lo fa!), ma il suo abbastanza evidente intento è quello di mettere in evidenza i difetti e gli eccessi degli esseri umani. Molti personaggi, infatti, hanno caratteri e comportamenti decisamente sopra le righe, come l'uomo che decide di costruire una copia esatta della Grande Piramide, o quello che non perde il suo ottimismo nemmeno dopo che ha perso tutto, famiglia, averi, onore. Lo stile ironico del racconto è infine enfatizzato dal racconto distaccato di Tik-Tok, osservatore per lo più imparziale anche di se stesso.
Stomachion
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mercoledì 25 luglio 2018
sabato 6 settembre 2008
Il sistema riproduttivo
Una delle ricerche più importanti della tecnologia moderna è la miniaturizzazione: se ormai con i chip metallici si sta probabilmente arrivando velocemente ai limiti inferiori, il passaggio a sistemi biologici potrebbe aprire a strada da un lato a una effettiva miniaturizzazione dell'hardware, dall'altro alla costruzione di computer quantistici. Per adesso dobbiamo accontentarci dei robot e dei loro stadi primari: quella spece di scatoline elettroniche dotate di ruote o di gambette, che nella loro versione più avanzata sono anche andate su Marte.
D'altra parte, nella serie Tom Strong, una delle ultime creature di Alan Moore, uno dei suoi più acerrimi nemici era un certo Uomo Modulare, un'entità elettronica costituita da tanti moduli di memoria separati ma che, insieme, costituivano una delle intelligenze artificiali più avanzate e letali del mondo dell'eroico Strong. Moore, con l'Uomo Modulare, ripropone una delle paure più classiche della fantascienza: la rivolta delle macchine contro i suoi creatori, il genere umano. Più recentemente l'idea è stata ripresa anche da Frank Schatzing per il suo Il quinto giorno, dove l'entità superintelligente era, in realtà, costituita da organismi unicellulari separatamente molto semplici, ma insieme estremamente complessi. Quest'idea, ovviamente, non è così recente, e in un certo senso ha anche solide basi scientifiche: in fondo uno sciame di insetti può essere pensato non solo come composto da singoli esseri come ogni singola ape, ad esempio, o ogni singola cavalletta, ma come un tutt'uno unico. Molta buona fantascienza, basata sulla Terra, e spesso tendente all'horror o comunque ad atmosfere molto più di tensione che non di avventura, è basata su idee del genere, con minacce provenienti da entità costituite da singole, semplici parti.
Supponiamo ora che ogni singola parte sia elettronica, ma con possibilità di contenere materia organica al suo interno; supponiamo che una ricerca in tal senso venga portata avanti da una fabbrica di giocattoli della periferia statunitense ormai in fallimento; supponiamo quindi che tale esperimento sfugga al controllo dei suoi finanziatori, ma non del suo creatore. E supponiamo infine che a imbastire il tutto sia un autore come il britannico Douglas Adams o l'italiano Stefano Benni. Cosa potrebbe venirne fuori?
Un divertentissimo, esilarante romanzo in cui una serie di moduli elettronici di varia grandezza iniziano a prendere possesso di ogni strumento elettronico su cui riescono a mettere i loro chip, gettando nel caos paesini e città grandi come Los Angeles, mentre un folle scienziato sogna il dominio della Terra e un gruppo di spie russe e americane, ignare di quel che succede negli Stati Uniti, si sfidano per salire su un missile francese destinato ad andare sulla Luna. E giusto per non farci mancare nulla, mettiamo nel calderone una geniale professoressa di soli 22 anni, un imbranato ricercatore e due studenti che, non si sa come, non si sa perché, si trovano a fare un piccolo giro del mondo durante uno dei più classici trip.
Gli amanti della Guida galattica non possono farsi mancare un capolavoro del divertimento e dell'assurdo (basta leggere il capitolo ambientato a Los Angeles!) come Il sistema riproduttivo di John Sladek, statunitense non a caso trapiantato in Gran Bretagna: così come Douglas scherza sulla fantascienza spaziale classica, Sladek, con uno stile molto douglasiano, scherza sulla fantascienza tecnologica terrestre, senza farsi mancare bordate nella spy story o sulla stessa Guerra Fredda (il romanzo è uscito nel 1968), quasi un modo per esorcizzare il momento di tensione vissuto dal mondo intero.
Non leggerlo sarebbe un vero peccato!
D'altra parte, nella serie Tom Strong, una delle ultime creature di Alan Moore, uno dei suoi più acerrimi nemici era un certo Uomo Modulare, un'entità elettronica costituita da tanti moduli di memoria separati ma che, insieme, costituivano una delle intelligenze artificiali più avanzate e letali del mondo dell'eroico Strong. Moore, con l'Uomo Modulare, ripropone una delle paure più classiche della fantascienza: la rivolta delle macchine contro i suoi creatori, il genere umano. Più recentemente l'idea è stata ripresa anche da Frank Schatzing per il suo Il quinto giorno, dove l'entità superintelligente era, in realtà, costituita da organismi unicellulari separatamente molto semplici, ma insieme estremamente complessi. Quest'idea, ovviamente, non è così recente, e in un certo senso ha anche solide basi scientifiche: in fondo uno sciame di insetti può essere pensato non solo come composto da singoli esseri come ogni singola ape, ad esempio, o ogni singola cavalletta, ma come un tutt'uno unico. Molta buona fantascienza, basata sulla Terra, e spesso tendente all'horror o comunque ad atmosfere molto più di tensione che non di avventura, è basata su idee del genere, con minacce provenienti da entità costituite da singole, semplici parti.
Supponiamo ora che ogni singola parte sia elettronica, ma con possibilità di contenere materia organica al suo interno; supponiamo che una ricerca in tal senso venga portata avanti da una fabbrica di giocattoli della periferia statunitense ormai in fallimento; supponiamo quindi che tale esperimento sfugga al controllo dei suoi finanziatori, ma non del suo creatore. E supponiamo infine che a imbastire il tutto sia un autore come il britannico Douglas Adams o l'italiano Stefano Benni. Cosa potrebbe venirne fuori?
Un divertentissimo, esilarante romanzo in cui una serie di moduli elettronici di varia grandezza iniziano a prendere possesso di ogni strumento elettronico su cui riescono a mettere i loro chip, gettando nel caos paesini e città grandi come Los Angeles, mentre un folle scienziato sogna il dominio della Terra e un gruppo di spie russe e americane, ignare di quel che succede negli Stati Uniti, si sfidano per salire su un missile francese destinato ad andare sulla Luna. E giusto per non farci mancare nulla, mettiamo nel calderone una geniale professoressa di soli 22 anni, un imbranato ricercatore e due studenti che, non si sa come, non si sa perché, si trovano a fare un piccolo giro del mondo durante uno dei più classici trip.
Gli amanti della Guida galattica non possono farsi mancare un capolavoro del divertimento e dell'assurdo (basta leggere il capitolo ambientato a Los Angeles!) come Il sistema riproduttivo di John Sladek, statunitense non a caso trapiantato in Gran Bretagna: così come Douglas scherza sulla fantascienza spaziale classica, Sladek, con uno stile molto douglasiano, scherza sulla fantascienza tecnologica terrestre, senza farsi mancare bordate nella spy story o sulla stessa Guerra Fredda (il romanzo è uscito nel 1968), quasi un modo per esorcizzare il momento di tensione vissuto dal mondo intero.
Non leggerlo sarebbe un vero peccato!
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