Stomachion

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lunedì 15 febbraio 2010

Quando le radici

Lino Aldani è stato uno dei più abili scrittori di fantascienza italiani, rappresentando nei suoi romanzi e nei suoi racconti il male di vivere dell'uomo moderno, vedendo in una società in rapida trasformazione, quella del piccolo boom economico successivo alla II guerra mondiale, i semi di una trasformazione forse irreversibile e per certi versi imposta, cui opporsi è forse impossibile.
L'unico modo per sopravvivere è trasformare la propria vita, anche se per farlo il processo da compiere è duro e irto di difficoltà. E' il caso di Arno, il protagonista di Quando le radici: tra il lavoro, gli appuntamenti al buio basati essenzialmente sul sesso tra persone perse nei meandri di una vita irregolare e controllata, più che in un regime totalitario (ricorda qualcosa?), le feste a base di alcol e sostanze strane, per lo più sintetiche, il protagonista sente che la sua vita si trascina un po' senza scopo. In questo senso Aldani, più dell'Orwell di 1984, coglie visioni del futuro, con le megalopoli in continua crescita (Milano e Torino un'unica grande città, proprio come sta avvenendo oggi), ma sembra anche indicare una strada per rendere più sopportabile la distruzione della società e soprattutto dell'uomo.