Stomachion

Visualizzazione post con etichetta pulp. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pulp. Mostra tutti i post

domenica 18 maggio 2014

Una gita per turisti

La conclusione della trilogia iniziata con La notte del drive-in avviene dopo lunghe ricerche: era, infatti, uscito un unico volume che li raccoglieva tutti, ma alla fine sono riuscito a trovare il terzo romanzo separato. E le promesse dei primi due romanzi della serie vengono nettamente mantenute: Lansdale costruisce una storia delirante, fortemente ispirata a Un milione di anni fa, film del 1966 di Don Chaffey con, tra gli altri, Raquel Welch, in cui i protagonisti dei due romanzi precedenti intraprendono un viaggio, quasi una gita, per scoprire i segreti di un mondo che, sempre più spesso, assomiglia a un set cinematografico.
Ne risulterà alla fine una sorta di filmone su carta, un miscuglio tra Il mago di Oz (innegabile pensare alla strada intrapresa da Doroty alla ricerca del mago che la riporterà sulla Terra, in parallelo a quella intrapresa dai protagonisti alla ricerca del deus ex-machina del mondo su cui sono stati trasportati) e il capolavoro fantascientifico Stanotte il cielo cadrà di Daniel F. Galouye, una lettura veloce e godibile come solo Lansdale sa regalare.

mercoledì 21 gennaio 2009

Pasto nudo

Immagine di Pasto nudo
Così facciamo scorta di ero, compriamo una Studebaker e partiamo per il West.
Sembra una chiusura tipica di Lansdale. Basti ricordare la chiusura de La notte del drive-in:
Cavalcò verso Ovest, e andò tutto bene.
E forse William Burroughs è uno dei maestri di Lansdale, o forse no, certo è che Burroughs è, almeno qui in Italia, uno scrittore quasi dimenticato. Probabilmente soffriamo della sindrome di Pazienza, detto genio, morto per droga, tossicodipendente mai guarito: al contrario Burroughs, anch'egli detto genio (e certo i numeri li avevano entrambi), è invece riuscito a liberarsi dalla tossicomania grazie ad una cura a base di apomorfina:
Tra i metodi che ho provato per curare la sindrome da astinenza il migliore è certamente l'apomorfina.
In effetti un autore che ha scritto un libro come Pasto nudo, una discesa nel delirio e nella follia, sotto l'azione di chissà quali sostanze stupefacenti e che poi ne è uscito diventando uno dei più grandi esperti di sostanze tossiche, oltre che uno dei più grandi critici contro la società e il suo modo di combattere la tossicodipendenza, dovrebbe essere letto di più, soprattutto nel cinquantenario dell'uscita di Pasto nudo.
Il meta-romanzo di Burroughs, un'opera che anticipa Il Garage Ermetico di Moebius e Pentothal di Pazienza, è la raccolta degli appunti dello scrittore statunitense durante un lungo periodo di allucinazione auto-indotta: in alcuni passaggi si nota il ritorno di alcuni personaggi ricorrenti, su tutti il dottor Benway, oltre che la riproposizione di alcune situazioni anche tipiche del più crudo hard-boiled. Emerge da una parte la biografia dell'autore (i cambi di scena, le ambientazioni differenti che rappresentano la vena viaggiatrice di Burroughs, oltre alle già dette allucinazioni) e dall'altra l'impellente desiderio di ogni scrittore di raccontare, di lasciare su carta traccia di se. In questo caso questo desiderio sembra un'urgenza di narrare una condizione distorta, deviata, di renderla nota fin nei suoi più piccoli particolari. Tutto questo viene confermato nell'appendice, una parte a se stante e che al tempo stesso ne completa perfettamente l'opera. Un libro bellissimo, quasi geniale, a volte difficile da seguire ma non per questo meno bello. Un libro e un autore che hanno influenzato, forse più di altri, buona parte della letteratura e del fumetto della seconda metà del XX secolo: Alan Moore, Grant Morrison (in quasi tutto islam incorporated e i partiti di interzona sembra di leggere i suoi Invisibili, in altri passaggi ancora sembra di ritornare nelle atmosfere della sua opera più controversa, The Filth) sono solo i primi e più noti autori che mi vengono in mente di associare al grande Burroughs. E questo Pasto nudo è solo l'inizio: spero di riuscire a recuperare nuovi romanzi, nuovi scritti di questo grande scrittore pulp.

martedì 20 gennaio 2009

Che notte quella notte!

Immagine di La notte del drive-inUna notte texana di tanti anni fa un ragazzo e i suoi amici va all'Orbit, un drive-in, per la grande nottata horror del venerdì. I film, tutti dei cult, procedono quand'ecco una cometa ammiccante rapisce tutto il drive-in e lo porta chissà dove, circondati da una oscurità melmosa e corrosiva (letteralmente!), impossibilitati a uscire e con solo dolci e pop-corn con cui nutrirsi. E' così, in sintesi, Il drive-in di quel genio che porta il nome di Joe R. Lansdale, scrittore pulp per eccellenza, dove pulp indica la varietà di generi che spesso vengono mescolati in un'unica opera artistica. In questo caso Lansdale mescola la fantascienza con l'horror creando una versione malata de Il signore delle mosche: in questo caso l'abiezione e la discesa verso i più bassi istinti è ancora più accentuata, anche se non ci sono i toni drammatici del romanzo di Golding, sostituiti dal sense of humor lansdaliano: lo scrittore texano, però, condivide un certo pessimismo di fondo nei confronti della razza umana, un pessimismo che si propaga anche ne Il drive-in 2, il seguito de Il drive-in. In questo caso il romanzo diventa un miscuglio tra Il mago di Oz e Alice nel paese delle meraviglie, ovviamente visti attraverso la lente distorta di Lansdale, che questa volta ci racconta come la comunità dei terrestri rapiti si sia adattata al nuovo mondo su cui li ha portati la cometa ammiccante. Tra dinosauri, città improvvisate, sacchetti di pop-corn volanti che riprendono l'atmosfera dei vecchi western, ecco un nuovo piccolo capolavoro di Lansdale dove i protagonisti affrontano un viaggio per scoprire cosa c'è alla fine della strada!
I due romanzi brevi sono raccolti ne La notte del drive-in: alla fine si resta di fronte a un'opera per certi versi jacovittiana. Lansdale, infatti, infarcisce i due romanzi di situazioni assurde, di dinosauri che passano così, senza preavviso, di comete ammiccanti, di deliri e altre immagini del genere e che spesso compaiono nei fumetti del nostro Jacovitti. Certo Lansdale è più crudo, ma non meno ironico se è per questo, e la combinazione di tutti questi elementi fa de La notte dei drive-in una lettura imprescindibile per ogni amante del buon Joe (e non solo!).

martedì 25 novembre 2008

L'orologio del lato oscuro

Immagine di Il lato oscuro dell'animaUn orologio oscuro che batte il tempo che manca verso il contatto con quel lato oscuro che si nasconde dentro gli esseri umani. Quel lato oscuro che si impossessa di un ragazzo che, morto il suo migliore amico, colui che gli ha aperto le porte verso lo stupro e l'omicidio, diventa l'involucro dentro cui abitano lui, il suo amico e l'oscuro Dio del Rasoio. E' anche il lato oscuro che emerge in una tranquilla coppia che diventerà vittima dell'insensata vendetta di questa banda di giovani assassini, che uccidono per il puro gusto di uccidere, perché fino alla maggiore età non devono sobbarcarsi della responsabilità dei loro gesti.
Lansdale, in un romanzo pulp che fonde atmosfere horror alla King con il classico hard boiled d'azione e con il più intimista e riflessivo noir, costruisce un romanzo stupendo che alterna descrizioni vivide e cinematografiche a dialoghi serranti e teatrali, brillanti e veloci, senza risparmiarci il sangue, gli spari, la morte, l'orrore, le passioni dei protagonisti.
Il lato oscuro dell'anima: un romanzo da leggere!

mercoledì 29 ottobre 2008

Fuoco alle polveri

Forse era questo il titolo più indicato per Zeppelins West, presentato recentemente in Italia da Fanucci con il titolo di Fuoco nella polvere. Il suo autore? Joe R. Lansdale!
E già qui potrei fermarmi: come sapete, miei buoni e cari e pochi lettori, Lansdale è stata una illuminante scoperta di questo 2008 con la sua serie dedicata agli scalcinati e improbabili Hap e Leonard. E questo Fuoco nella polvere, se da una parte conferma le capacità del buon Lansdale come autore pulp, nel senso di autore a tutto tondo abile in molti generi, risulta però un puro gioco, un divertimento quasi fine a se stesso, senza nulla togliere alla gradevolezza della lettura e ai piccoli colpi, oserei dire di genio disseminati lungo tutto il romanzo.
Lansdale, infatti, riprendendo una moda ritornata in voga negli Stati Uniti grazie alla Lega degli Straordinari Gentlemen di quel genio che è Alan Moore, riprende in un universo parallelo alcune grandi glorie del west statunitense (su tutte Buffalo Bill) accostandole a grandi personaggi vittoriani come il mostro di Frankenstein, a uomini di scienza realmente esistiti come Morse, realizzando un romanzo un po' western, tanto steampunk e soprattutto molto divertente. La vicenda si divide in due parti: all'inizio il viaggio di Buffalo e compagnia su un dirigibile alla volta del Giappone per recuperare la perduta creatura assemblata da Frankenstein e in mano ai nipponici; quindi a causa dell'abbattimento dello zeppelin da parte dei giapponesi i nostri finiscono sull'isola di un chirurgo pazzo. Questa seconda parte, che si sviluppa sull'isola, costituisce anche la parte più corposa della vicenda, riprendendo un classico della letteratura fantascientifica, L'isola del dottor Moureau. Qui hanno un cammeo importante l'Uomo di Latta de Il mago di Oz e uno piccolo ma a modo suo geniale il conte Vlad Tepes, il famoso Dracula di Bram Stoker: Lansdale, in questo caso, si diverte a uccidere in maniera simpatica e terribile il mitico vampiro, facendolo divorare dagli uomini-bestia del dottore!
E il romanzo, in realtà, ha proprio in questa sua vena dissacrante l'orma distintiva, il marchio indelebile che lo rende una lettura divertente e godibile pur senza restare la migliore opera di Lansdale. In effetti mi sentirei di consigliarlo solo agli amanti dello scrittore statunitense (quale sono io), agli amanti del cinema di Mel Brooks e a tutti coloro che sono in grado di leggere una macedonia letteraria senza restare sconvolti perché troppo fedelmente legati ai riferimenti originali.