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Carr, infatti, mette sotto il naso al lettore del romanzo tutti gli elementi per giungere a una soluzione, o quanto meno per avvicinarsi a essa, mentre continua a puntare il dito su Pennik, in un gioco abbastanza scontato di mettere il presunto colpevole sotto i riflettori. In effetti il lettore, quello del romanzo, potrebbe tranquillamente decidere di tornare indietro e andare alla ricerca dei passaggi suggeriti, ma d'altra parte il ritmo narrativo e l'alternarsi degli eventi sono anche tali da spingere il lettore a restare incollato alla pagina e seguire tutti gli eventi in successione.
In questo senso la bellezza di questo poliziesco è proprio nella combinazione di elementi in qualche modo gotici grazie alla presenza del lettore del pensiero; elementi noir grazie al gioco iniziale, molto alla Derrick, in cui gli ospiti della casa in cui Pennik si trova si chiudono in un circolo di pensieri criminali; investigazione classica grazie agli indizi che Carr dissemina nella trama. Una combinazione mescolata con grande sapienza da Carr per ottenere un risultato appassionante e piacevole.
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