Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci ha inaugurato ieri con due cerimonie, una istituzionale e l'altra pubblica ma a invito la rinnovata galleria leonardesca, cosa direi buona e giusta visto l'anno leonardesco che si sta concludendo. Sono stato, insieme con Laura Barbalini, alla serata pubblica, curiosando sul restyling più che doveroso per una galleria concepita sostanzialmente tra anni Cinquanta e Sessanta, ovvero fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1953.
La serata si è svolta tra visite libere per le sale e una serie di conferenze all'interno della Sala delle Colonne, completamente gremita. L'allestimento è indubbiamente molto scenografico e colpisce sin da subito l'idea di costruirlo in accordo con le sezioni tematiche che sono state pensate per la ristrutturazione. Delle varie scenografie allestite, quella del villaggio medioevale mi ha colpito più delle altre, non solo per la ricostruzione in se e per se, ma soprattutto per la presenza di alcune nicchie al cui interno sono nascosti degli schermi che, nel momento in cui il visitatore si avvicina, fanno comparire dei personaggi che raccontano un pezzetto della storia di Leonardo a Milano.
In questo senso non poteva mancare una sezione dedicata all'acqua, visto che la struttura dei canali della città era stata originariamente concepita proprio da Leonardo da Vinci: in questo caso la sala dedicata presenta un'illuminazione in un certo senso immersiva, proiettando le onde dell'acqua sul pavimento. Altrettanto interessante è anche la sezione dedicata alla città ideale, dove i disegni architettonici di Leonardo vengono confrontati con i modellini che nel corso soprattutto dell'ultimo secolo sono stati costruiti a partire da questi disegni. Questo parallellismo tra disegni, tutti mostrati su schermi, e modelli, che mancava quasi completamente nell'allestimento originario, è uno dei segni distintivi di questo nuovo allestimento, ed è indubbiamente molto apprezzabile, soprattutto perché mostra anche l'ingegno di altri artisti e artigiani che in qualche modo hanno raccolto l'eredità di Leonardo.
Molto bella anche la sala che potremmo definire camera delle meraviglie, dove sono presenti modelli e disegni dedicati agli animali e al corpo umano, in cui sono anche esposti alcuni testi, non di Leonardo, come gli Elementi di Euclide o altri volumi che stampano i disegni leonardeschi.
Quasi completamente assente la parte interattiva, cosa leggermente deludente considerando il contesto in cui ci troviamo, limitata solo alla camera delle meraviglie e a un'installazione che in pratica taglia in due parti il nuovo corridoio leonardesco: in particolare in quest'ultima è possibile selezionare su uno schermo touch appunti e disegni di Leonardo, che vengono contemporaneamente proiettati su una parete posta di fronte allo schermo.
Più interessante la parte interattiva: per le sale con le macchine non mancano, ad esempio, animazioni in loop che mostrano il funzionamento, a volte ipotetico, degli strumenti progettati da Leonardo, mentre sulle pareti vengono animati i suoi disegni, come ad esempio nella sezione dedicata alla guerra o nella sala che conclude l'istallazione poco prima di accedere alla sezione dello spazio, inaugurata dal telescopio Merz usato da Giovanni Schiaparelli. Particolarmente efficace, poi, è la sala sulle cui pareti sono proiettati una serie di ingranaggi in movimento con tanto di opportuno sottofondo musicale.
Nel complesso un ottimo lavoro, spettacolare dal punto di vista visivo e di cui, effettivamente, si sentiva ormai la necessità, anche solo per allineare la sezione leonardesca al resto dell'offerta del Museo, che è spesso in continua innovazione.
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