Stomachion

giovedì 6 febbraio 2020

Io sono febbraio

Seguendo l'idea del recupero di vecchie recensioni, dopo i due romanzi di Giorgio Fontana, passo a un piccolo libro abbastanza curioso e inconsueto in cui sono incappato diversi anni fa, Io sono Febbraio di Shane Jones.
Portato in Italia nel 2011 da Isbn, Light boxes, questo il titolo originale del romanzo, segna l'esordio di Jones, autore ad ogni modo piuttosto poco prolifico. Il romanzo è, in un certo senso, sfuggente quanto il protagonista del titolo, Febbraio, una sorta di vera e propria divinità, incarnazione stessa dell'inverno, che tiranneggia con la neve e il gelo il villaggio di Thaddeus Lowe. Quest'ultimo si unisce a un gruppo di compaesani per portare avanti la resistenza contro Febbraio e farla diventare una vera e propria ribellione per consentire alla cattiva stagione di andare finalmente via. E' significativo, in questo senso, l'uso delle maschere del medico della peste da parte dei congiuranti: da un lato è un modo per mascherare i propri volti, ma dall'altro è anche indicativo della necessità di dover curare qualcosa, nello specifico la natura che è rimasta bloccata in un'unica stagione e più metaforicamente il villaggio che non riesce a superare l'inverno. In questo senso la lettura metaforica di Io sono Febbraio viene anche avvalorata da alcune immagini metaletterarie legate all'identità di Febbraio stesso.
In questo senso il titolo italiano è, forse, più efficace ed evocativo di quello originale, riuscendo a trasmettere il mistero e la magia dietro quella che può essere considerata una sorta di distopia fantasy.

Nessun commento:

Posta un commento