Stomachion

domenica 16 febbraio 2020

Topolino #3351: Il ritorno di Donald Quest

Dopo il prologo della settimana scorsa, torna su Topolino la saga di Donald Quest, cui Andrea Freccero dedica la solita, impeccabile copertina. D'altra parte Freccero è stato il disegnatore del primo numero della prima "stagione", quella uscita per IDW e successivamente nel resto del mondo. A partire da The rock of fire, invece, la palla è passata ai francesi, che hanno realizzato, invece, dei veri e propri miniepisodi, all'incirca la metà per lunghezza di quelli originali. Immergiamoci, dunque, nelle atmosfere fantasy di Donald Quest.
Quando il meglio sta nel prologo
Le quattro puntate della saga, pubblicate su due numeri di Mickey Parade Géant Hors-Série, sono affidate a Riccardo Pesce e Marco Mazzarello. Si torna, dunque, al mondo di Feudarnia, fatto di asteroidi che fluttuano nello spazio, abitati da comunità feudali e che si muovono, da un posto all'altro, utilizzando delle vere e proprie navi volanti(1). Dal punto di vista della storia, effettivamente questa è un po' più nelle corde dei francesi, visto che quel piccolo capolavoro che era Dragon Hunters, anch'esso con una trama molto simile a Donald Quest, era proprio di produzione francese.
Andiamo ai contenuti: come anticipato nel titoletto, il prologo, a conti fatti, è risultato qualitativamente migliore. L'accoppiata Chantal Pericoli-Ciro Cangialosi è risultata molto più efficace grazie ai toni e allo stile alla Ridi Topolino adottati. Pesce e Mazzarello, invece, realizzano una storia più classica che, però, non mi è sembrata completamente convincente. D'altra parte gli elementi di base così come erano stati posti da Stefano Ambrosio non mi avevano conquistato già nella prima saga. Donald Quest, come Wizards of Mickey, utilizzava elementi presi dal mondo dei giochi di carte collezionabili per variare un po' sui classici canoni del genere fantasy, che in realtà funzionano abbastanza bene e forse, come hanno mostrato molte saghe uscite su Topolino in questi anni, sarebbe stato più giusto puntare sui personaggi. In questo senso il Topolino di Donald Quest emergeva con una forza molto maggiore rispetto al protagonista della saga, Paperino, che sostanzialmente continua a restare lo stesso Paperino di sempre.
L'arrivo, da non si sa dove, del Mago Basilisco a Feudarnia, come abbastanza scontato, porta un nuovo nemico, che però non sembra particolarmente inquietante, né particolarmente ridicolo. Ed è proprio questo il problema di The rock of fire: non riesce a essere né epica né ridicola o divertente come era il suo stesso prologo. Lo stesso Mazzarello, che in altre occasioni si è rivelato un'ottima scelta, non sembra al suo meglio. Certo c'è da dire che neanche durante la prima Donald Quest gli altri disegnatori sono riusciti a rendere con la stessa efficacia costumi e ambientazioni ideate da Freccero. Nel complesso una storia dimenticabile.
Pubblicità filantropica
Nuova storia di Corrado Mastantuono per Papersera News: La filantropia contagiosa. La storia inizia con Paperone che dona un vecchio bottone al museo archologico di Paperopoli. La donazione, come si scopre, non è senza interesse, ma tanto basta per spingere Rockerduck a fare altrattanto e questo, come ovvio, porta guai ai due giornalisti del Papersera che vengono spinti dal loro direttore alla ricerca di un tesoro archeologico non ancora scoperto per riprendere in mano lo scettro di filantropo della città.
La storia di Mastantuono, come al solito divertente, oltre alla filantropia interessata di Paperone e Rockerduck, presenta altri due temi interessanti: l'avventura esotica, che prende all'incirca un terzo della storia, e che costituisce buona parte dei migliori reportage giornalistici prodotti ogni anni, e la deontologia professionale. E' in particolare su quest'ultima che si concentra la parte finale della storia, fornendo al lettore uno spunto di riflessione importante per la valutazione del lavoro giornalistico, ma non solo.
In viaggio con Paperoga
Per una serie di irripetibili coincidenze, Paperone si ritrova a partire per la sua solita spedizione esotica accompagnato dal suo nipote più devastante: Paperoga. Quest'ultimo accetta per testare le sue abilità da acrobata, ovviamente imparate grazie a un corso per corrispondenza.
Sono questi gli elementi della divertente Il miele acrobatico che rimette insieme la coppia Bruno Sarda-Marco Palazzi che ha intrattenuto i lettori nelle 6 settimane precedenti con gli episodi di Young Indiana. Ancora una volta il duo confeziona una storia fresca e divertente, pur contenendo elementi classici come la tipicamente barksiana (o ciminiana) popolazione nascosta tra monti irraggiungibili. L'elemento di originalità su questa struttura è, ovviamente, l'inserimento di un personaggio come Paperoga, che rende imprevedibile l'esito della spedizione. E il finale non disattende questa... prevedibilità!
  1. E' dall'uscita della prima saga di Donald Quest che sto cercando di ricordare il nome del videogioco che mi ricorda la storia ideata da Ambrosio e che, evidentemente, non mi sono portato dietro a Milano. Non è sicuramente Ascent: Infinite realm, visto che è in uscita, ma era molto simile: si potevano utilizzare veicoli volanti di foggie differenti, incluse vere e proprie navi, come in Cloud Pirates, che però non ho mai giocato e che è uscito più o meno contemporaneamente alla prima Donald Quest. Se qualcuno ricorda qualche vecchio gioco simile soprattutto ad Ascent, si faccia vivo nei commenti. 

Nessun commento:

Posta un commento